Motori tradizionali e ibridi, ma non auto elettriche: questo l'oggetto di una joint venture siglata tra Renault e Geely a novembre 2022, su cui sono emerse nuove informazioni. In totale l'accordo prevede l'uso di 17 stabilimenti per la produzione, a regime, di 5 milioni di propulsori l'anno, tra normali endotermici ad alta efficienza ed elettrificati. A benzina, di fatto. Opererà come fornitore globale autonomo, dando lavoro a circa 19.000 dipendenti in 130 Paesi. Come si vede, se da un lato l'Europa, la California e il Regno Unito hanno espresso l'intenzione di andare a pile (con la scappatoia imposta alla UE dalla Germania di accettare anche i carburanti sintetici e-fuel), lo spazio per i motori tradizionali, magari ulteriormente sviluppati e ottimizzati, nel resto del mondo c'è. E certo non è poco, se uno solo dei player globali punta a volumi a sei cifre ogni anno.
DOVE MANCA LA SPINA La joint venture consentirà alle case automobilistiche di rifornire mercati importanti in cui l'infrastruttura elettrica è sottosviluppata. E l'iniziativa non ha mancato di suscitare l'interesse di Saudi Aramco, che già a inizio marzo aveva firmato una lettera di intenti per diventare un potenziale azionista di minoranza. Ancora non sono stati comunicati numeri, ma la quota di Aramco nella società potrebbe aggirarsi attorno al 20%, secondo quanto suggerito da alcuni rapporti, lasciando a Geely e Renault quote del 40% ciascuna.
Saudi Aramco potrebbe entrare in società con Renault e Geely per produrre motori
E-FUEL E IDROGENO ''Questa partnership con Aramco porterà a un livello più alto la nostra società per la produzione congiunta di motori insieme con Geely Group e le darà un vantaggio nella corsa verso la tecnologia di propulsione ICE (a combustione, n.d.r.) a bassissime emissioni'', aveva dichiarato a inizio marzo l'amministratore delegato del Gruppo Renault, Luca de Meo. ''L'ingresso di Aramco porta sul tavolo un know-how unico che aiuterà a sviluppare innovazioni rivoluzionarie nei campi dei combustibili sintetici e dell'idrogeno''.
PER MOLTI, MA NON PER NOI Otto impianti saranno messi a disposizione da Renault in America Latina, Europa e Turchia, mentre i restanti nove saranno di Geely: quasi tutti questi saranno su suolo cinese, mentre uno si trova a Skovde, in Svezia, attualmente gestito dall'unità Motori a Combustione di Volvo Cars chiamata Aurobay. La joint venture avrà poi diversi centri di ricerca e sviluppo dedicati. Due di Geely-Aurobay, di cui uno a Göteborg, in Svezia, mentre l'altro nella baia di Hangzhou, in Cina. Renault utilizzerà tre dei suoi centri R&D, situati in America Latina e in Europa. Come dire che la benzina continuerà a scorrere a fiumi. Solo, un pochino più lontano da noi.
Fonte: Reuters