Aria nuova in città? Ecco cosa fare. Dall' 1 al 13 dicembre la Triennale di Milano ospita le migliori creazioni del concorso Mini Design Award...
Tredici giorni per capire come i designer possono svecchiare la città. Dall' 1 al 13 dicembre, la Triennale di Milano espone le cinque opere premiate nell'ambito del concorso "Mini design Award 2009”, riservato alle giovani leve del design italiano.
Davanti a tutti si è classificata Alessandra Rapaccini, architetto di Foligno. Le sue "City speed turbines” hanno saputo rappresentare al meglio – secondo una giuria che anche quest'anno annoverava personaggi autorevoli del calibro di Gillo Dorfles, Oriol Bohigas, Richard Burdett e Stefano Boeri – il tema di quest'anno: "Aria nuova in città”.
In parole povere, si è trattato di ideare e realizzare progetti di design volti rinnovare l'ambiente urbano, avendo come linea guida ideologica l'eco-sostenibilità e come totem stilistici l'innovazione e l'essenzialità delle forme. Il denominatore comune a ciascun lavoro è appunto l'elemento naturale dell'aria, come nella scorsa edizione lo era stato l'Acqua. Nella gallery trovate un ricco anticipo, fatto di scatti e bozzetti, di ciò che vi attende alla mostra.
Il progetto è incentrato sul lavoro di una serie di turbine eoliche che, mosse dalla massa d'aria spostata dal passaggio delle automobili, producono energia meccanica, trasformata a sua volta in energia elettrica tramite un sistema di alternatori, quindi in luce. L'opera nel suo insieme è concepita come una sequenza da archi cui vengono applicate queste turbine, una sorta di galleria aperta illuminata a basso consumo grazie alla spinta dell'aria.
Anche in questo caso, un nuovo approccio all'illuminazione artificiale, ispirato stavolta al processo di fotosintesi. Blossom è una sorta di "fiore stilizzato”, alto un metro e mezzo e realizzato in acciaio leggero. I suoi petali fungono da elica e, azionati dal vento, attivano un accumulatore che genera luce elettrica e, al contempo, fa funzionare un depuratore d'aria.
Parte dall'idea di semplificazione delle strutture già presenti in città. Così il poliPALO diventa uno strumento (simbolico e unitario) adattabile ai vari tipi di pali urbani per permettergli di svolgere varie funzioni: cestino spazzatura, punto di ancoraggio per le bici (o per i cani…), sedia, portacenere, ecc.
L'opera punta al recupero dell'energia prodotta dai treni sotterranei della metropolitana. La spinta pneumatica che ne deriva viene incanalata attraverso appositi sfoghi d'aria ricavati dal tunnel e convogliata in un sistema di illuminazione urbana. La tecnologia è affidata alla turbina di Wells, messa in moto dal movimento stesso della Metro.
Si rifà alle idee espresse da F.L. Wright nel 1934 nella sua visionaria "Broadacre city”. I due designer immaginano città dove gli edifici riescono a ricavare energia direttamente dall'ambiente circostante, mentre le automobili circolano "ad alta quota”.
Qui si premia la genialità nel re-interpretare la funzione di oggetti già esistenti nell'arredamento urbano. Mai pensato, ad esempio, di fare ginnastica sfruttando panettoni, corrimano e strisce pedonali?