C'era un tempo in cui il Gruppo Stellantis non solo non c'era, ma non era nemmeno nei piani. C'era un tempo in cui FCA cercava partner, ma quel partner rispondeva - casomai - al nome di General Motors. C'era il tempo di Sergio Marchionne, un uomo dalla vision industriale planetaria, ma i cui desideri, una volta scomparso, sono stati disattesi. Ricorrono 4 anni dalla morte del top manager italo-canadese, 4 anni in cui sono successe tante cose e no, non quelle che Marchionne immaginava.
Marchionne, con Barack Obama un feeling speciale
L'ULTIMO SALUTO Il salvatore della Fiat, la persona a cui la proprietà affidò la delicata sfida di risollevare un Gruppo che versava in grave crisi finanziaria, lasciava questo mondo il 25 luglio 2018. A giugno di quell'anno, la presentazione del suo ultimo piano industriale. Un mese prima che la malattia l'avesse vinta, la sua ultima apparizione pubblica: la circostanza era la cerimonia di consegna di una Wrangler ai Carabinieri. Non poteva immaginare, Marchionne, quanto il destino di FCA sarebbe stato differente dai suoi desideri.
GUSTI E ALLERGIE Il suo sogno segreto era un accordo con un altro dei Big Three, il suo sogno segreto era un accordo con General Motors. O General Motors, o niente. ''Rimpiango di non aver concluso nessuna alleanza con GM, ma non farò mai un accordo con PSA. Andremo avanti da soli, saremo comunque all’altezza dei nostri concorrenti''. Così parlava Marchionne poco prima di lasciare questo mondo, in un'intervista esclusiva al Corriere della Sera, della quale oggi vengono riproposti retroscena sconosciuti. Mai coi francesi, un forte senso di responsabilità nei confronti dell'industria nazionale. ''Ho il dovere di proteggere gli stabilimenti, i nostri dipendenti, non andremo mai via dall’Italia'', assicurava. ''Alfa Romeo? Tornerà grande''.
Marchionne con Alfredo Altavilla, il suo ''preferito''
INVESTITURA Italiano era anche il successore da lui designato. Il successore, nella sua visione, era Alfredo Altavilla, ''delfino'' nel quale Marchionne riponeva massima fiducia. Poi alla sua morte la famiglia Agnelli prese un'altra decisione e incaricò Mike Manley. Fu Mike Manley a siglare l'accordo con Carlos Tavares, e a dare vita al colosso Stellantis. Poi anche Manley prese altre strade.
HALL OF FAME Chissà come la vede oggi Sergio Marchionne dal suo osservatorio spirituale. Chissà come avrebbe gestito pandemia, crisi industriale semiconduttori, transizione all'auto elettrica, altro tema che gli andava di traverso. Nessuno lo sa. In vita adorato e detestato, quel che è certo è che Marchionne, la sua firma sul settore auto, l'ha scolpita nella pietra.