Ferrari, Confindustria e ora anche la Fiat: da ieri sera il manager italiano più noto nel mondo ha aggiunto un altro incarico di prestigio al suo già invidiabile curriculum, quello di Presidente del Gruppo torinese. E' l'anno di Luca, non ci piove. Ecco una sua biografia.
"E’ bravo e fortunato". Due aggettivi che dicono tutto di Luca Cordero di Montezemolo, neo presidente del Gruppo Fiat, già noto per aver portato la Ferrari all’imbattibilità. Il giudizio è di Maria Sole Agnelli, sorella di Umberto e Gianni, e rappresenta una descrizione perfetta del personaggio del giorno. Fortunato lo è, come negarlo, e bravo anche, visti i risultati Ferrari e i numerosi riconoscimenti ottenuti nella sua carriera.
Nato a Bologna il 31 agosto del 1947, Montezemolo si laurea in legge nel 1971 e perfeziona la sua preparazione con un master in diritto internazionale alla Columbia University di New York. Il tempo di tornare in Italia e nel 1973, appena ventiseienne, è già assistente di Enzo Ferrari oltre che responsabile della Squadra Corse. Sotto la sua gestione, nel 1975 la Ferrari torna a vincere con Niki Lauda un mondiale piloti dopo undici anni di digiuno, impresa che si ripeterà due anni dopo sempre con Lauda.
Nel 1977 lascia la Ferrari per la Fiat dove assume la responsabilità delle relazioni esterne e, successivamente, quella di amministratore delegato della Itedi, la holding editoriale che controlla il quotidiano La stampa e le altre attività del Gruppo Fiat in questo settore.
Nel 1982 torna all’antico amore, lo sport, attraverso la Cinzano International, di cui diventa amministratore delegato, società controllata per il 50% dalla famiglia Agnelli attraverso l’Ifi. Sua l’organizzazione della operazione Azzurra Challenge, che portano l’Italia per la prima volta a partecipare alla Coppa America di vela.
Nel 1984, dopo i lusinghieri successi dell’avventura Azzurra, diventa responsabile dell’organizzazione dei mondiali di calcio Italia 90. Iniziano qui le prime delusioni: chiacchierato e criticato per la gestione di tutta l'operazione finirà al centro di pettegolezzi che influiranno sulla sua immagine. Finisce male anche la sua vicepresidenza della Juventus all’inizio degli Anni 90. Per la prima volta in quasi un trentennio la Juve viene eliminata da tutte le coppe internazionali.
La stella di Montezemolo sembra in declino. Il 1991 è l’anno che segna l’inversione di tendenza: Montezemolo diventa Presidente e Amministratore delegato della Ferrari Spa. Enzo è scomparso da tre anni e la Ferrari non vince un mondiale da dodici. Nel primo anno della sua gestione è crisi nera, con la Ferrari F1 che non sale mai su un podio. Poi la svolta storica, con l’ingaggio di Jean Todt e di Michael Schumacher.
In attesa che la sorte cambi fa esperienza e pone le basi per il futuro impegnandosi al vertice di attività ed Enti collaterali all'auto. Nel 1992 è al comando della Rizzoli Video, quindi diventa vice-presidente del Bologna Calcio, Presidente degli industriali modenesi (1996), e dell’Ente Fiera di Bologna. A cui va aggiunta nel 2001 la Presidenza della Fieg, Federazione italiana degli editori .
Nel 1997 è Presidente e Amministratore delegato della Maserati, entrata nell’orbita Ferrari (oggi è solo Predsidente). E nel 1999 il premio tanto desiderato: la Ferrari dopo 22 anni torna a conquistare un titolo mondiale F1. La crisi è ormai un ricordo lontano e da perdente la Ferrari si trasforma in un cavallo da record. In cinque anni saranno quattro i titoli mondiali costruttori vinti e quattro i mondiali piloti. Senza parlare del monopolio attuale sulle piste di tutto il mondo. Con le vittorie arrivano anche i bilanci record dell’azienda di Maranello, che dai 500 miliardi di lire del 1991, passa ai quasi 5000 miliardi del 2002.
Non soddisfatto Montezemolo si dedica anche all’attività di imprenditore attraverso la partecipazione in varie società, tra cui Acqua di Parma, Poltrona Frau e Ballantyne, oltre che membro del consiglio di amministrazione Tod’s.
Dal 2003, con la scomparsa di Gianni Agnelli, è anche nel Consiglio di amministrazione Fiat. Così fino al 2004, l’anno della sua consacrazione a super manager. Si inizia il 27 maggio con la nomina alla Presidenza di Confindustria e si prosegue con la sorpresa di ieri sera: la Presidenza del Gruppo Fiat. Un compito non facile vista la condizione in cui versa il Gruppo torinese e viste le dimissioni di Giuseppe Morchio, che aveva guidato fino ad oggi la ripresa Fiat. Le carte le ha in regola. Che dire di più: "E’ bravo e fortunato". In culo alla balena Presidente.