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Le sportellate di Galliani


Avatar Redazionale, il 02/10/02

22 anni fa -

I rossoneri magari lo fanno passare, con tutti gli altri sono "sportellate" ancora più decise. Pro e contro di chiamarsi Galliani e di averlo stampato, bello in evidenza, sulla fiancata della macchina da corsa.

Ventitre anni, studente di ingegneria al quarto anno, passione per i motori e un fisico non propriamente da pilotino: la costituzione del padre - nonché amministratore delegato del Milan - per intendersi.

È la prima stagione tra i cordoli per Fabrizio Galliani, iscritto al trofeo “Volkswagen Lupo Cup”, con le piccole utilitarie trasformate in monoposto da sparo. E impegnato lo scorso week-end sul tracciato di Monza.

Come va? Si lotta per lo scudetto o per non retrocedere?
“Il ritiro di domenica non ci voleva. In classifica generale, ormai, guardo dal basso. Del resto è stata la mia settima gara in assoluto, da aprile a oggi: nessuna esperienza precedente, niente Kart. Per ora mi rassegno a fare da fanalino di coda, ma non mi lamento: è divertente e ci si fa le ossa poco alla volta. L’obiettivo è arrivare a lottare a metà gruppo, per quest’anno. Poi si vedrà”.

E papà cosa dice?
“E’ il mio primo tifoso. Non ha la passione per i circuiti, ma mi viene a vedere, Milan permettendo, e in caso di sorpassi ben fatti certo non trattiene gli entusiasmi ai box. Come a Varano, l’ultima gara: un esultanza tipo al gol di tacco (annullato) di Rivaldo, mi hanno detto”.

Come è nato l’hobby delle competizioni?
“Visto che con il calcio non ingranava… Scherzi a parte: ho iniziato con gli amici, nelle giornate in cui a Monza c’è la pista libera ed è consentito l’ingresso ai privati. Poi mi sono fatto spiegare un po’ di trucchi da Massaro, che dopo aver lasciato il calcio si è dedicato alle corse e adesso corre nel “Ferrari Challenge”, e ho deciso di fare sul serio. Con classifiche, qualificazioni, gare. I milanisti che mi lasciano andare? Non proprio, magari capita che qualcuno mi “tiri” in prova, lasciandomi sfruttare la scia, per

rosicchiare qualche decimo”.

Sorride, Galliani junior, erre moscia, casco sotto braccio e cuore milanista sotto la tuta. Il tempo di parcheggiare la Lupo azzurra numero 7 e poi via a seguire la passione numero uno. A San Siro o in trasferta: “Altro che motori, c'è il Milan da tifare”.


Pubblicato da Ronny Mengo, 02/10/2002