Domenica 26 giugno 2022 ero sull'autostrada A7: tornavo verso Milano al termine di una breve sosta in Liguria. Tra Gropello e Casei Gerola, nella carreggiata opposta, ho assistito a uno spettacolo agghiacciante: una Volvo bianca sporgeva tutta ammaccata sopra l'alto guard rail. I pezzi che intravvedevo da sotto la barriera facevano intuire che era accaduto qualcosa di irreparabile. Solo il giorno dopo ho scoperto trattarsi di una fatalità incomprensibile: quel famoso incidente in cui Giuseppe Garavaglia, di anni 46, fatta inversione in autostrada, ha guidato contromano fino a schiantarsi contro l'auto di una povera ragazza di 35 anni, che rispondva al nome di Matilda Hidri.
NON C'È DUE SENZA TRE Domenica 10 luglio, nemmeno un mese dopo, ero di nuovo di rientro dalla riviera e là dove la A12 si allaccia alla A7 sono stato testimone di un altro incidente. Questa volta c'era un motociclista steso sull'asfalto, che per fortuna non sembra aver subito traumi troppo gravi, visto che risulta trasportato in ospedale in codice giallo. Lunedì 11, ''non c'è due senza tre''. Facevo sgambare il cane alle 8 di mattina quando un boato tremendo lo ha messo in fuga: sullo svincolo della tangenziale di là del giardino, qualche metro sopra di noi, un'auto si è schiantata facendo piovere detriti per tutto il prato. Che cosa sta succedendo?
La Volvo bianca di Giuseppe Garavaglia dopo lo schianto contromano in A7
MA DOVE HANNO LA TESTA? L'impressione che ho avuto è che con la riapertura dopo l'ultimo lockdown la sicurezza sulle strade sia drammaticamente peggiorata. Meno attenzione, ancora meno rispetto per le regole, più arroganza... sempre più spesso vedo effettuare manovre pericolose, senza senso. Come la signorina che ieri sera, in pieno centro di Milano, ha inchiodato in mezzo alla strada davanti a me, subito dopo un semaforo verde, per far salire a bordo altre due ragazze. Che da parte loro si sono lanciate in mezzo alla strada incuranti delle altre auto in arrivo.
SIAMO TUTTI ESAURITI Mai confondere causa e correlazione direbbe un mio caro amico, giornalista pure lui, perciò cercherò di circostanziare con molta precisione quello che è solo il pensiero di un non addetto ai lavori. L'idea che mi sono fatto è che dopo due anni di costrizioni e di attenzione spasmodica ai nostri comportamenti, per cercare di arginare l'epidemia di COVID-19, ora la gente è mentalmente stanca: non ne può più delle regole e di concentrarsi sui dettagli. La voglia d'evasione ha il sopravvento sulla disciplina che sempre e comunque bisognerebbe avere al volante o in sella a una moto. Da qui il proliferare di errori dalle conseguenze spesso fatali. E forse anche un livello di stress che in qualche soggetto ha esacerbato determinate patologie neurologiche preesistenti: chissà.
Gli airbag di un'auto esplosi dopo un incidente
I DATI DI FIRENZE Dati a sufficienza per avere un quadro a livello nazionale del 2022 non ne ho ancora, ma sfruculiando tra le notizie dei quotidiani ho trovato qualche numero relativo al comune di Firenze, dove secondo il sindaco Dario Nardella nei primi sei mesi dell'anno il numero delle fatalità registrate (sei) è già pari a quello dell'intero 2019: il confronto è quindi con l'era pre-COVID, non viziato dalla riduzione del traffico determinata dai vari lockdown.
SEMPRE PIÙ INDISCIPLINATI Il numero degli incidenti totali nel territorio del capoluogo toscano è già pari 1.899, ossia il 60% del totale del 2019. Numero dei feriti, 1.238: sotto accusa l'indisciplina degli automobilisti, con numeri molto elevati non solo per quanto riguarda gli eccessi di velocità rilevati, ma anche il mancato rispetto dei semafori e l'uso dello smarpthone durante la guida. E non è colpa dei fiorentini, visto che circa 7 infrazioni su 10 sono compiute da gente che arriva da fuori città. Cosa serve per rimetterci in riga?