Autostrada del Sole, un paio di chilometri prima dell'uscita di Lodi. 9 del mattino, cielo bianco e nebbia di quelle che ci si aspetta di incontrare nelle sere di dicembre, non prima. Oggi, in anticipo sulle previsioni, la scarsa visibilità ha fatto le sue prime vittime tra gli automobilisti.
Tre morti, più di venti feriti e oltre 150 veicoli coinvolti: è il bilancio non ancora definitivo del tamponamento a catena avvenuto questa mattina sulla A1, direzione Bologna. Noi c’eravamo, in mezzo. Già buono essere davanti al computer a raccontarvi come è andata.
L’interrogativo, probabilmente destinato a rimanere irrisolto, è: in questi casi come si può evitare l’incidente? La presenza dei banchi di nebbia era sì segnalata dai cartelli luminosi con qualche chilometro di anticipo, ma la sostanza non cambia. La visibilità inferiore a venti metri raccomandava sì una velocità nettamente inferiore ai normali limiti autostradali: sta di fatto che il flusso del traffico, e noi con lui, procedeva a 70/80 orari.
Velocità che rende praticamente impossibile evitare la collisione, tra i tempi di reazione, l’asfalto viscido e appunto il muro bianco dal quale compare chi ci precede. Fortuna ha voluto che chi scrive sia riuscito a frenare con tempestività, buttando il peso della moto (sì, moto: l’unica nel raggio di chilometri) sulla destra, per evitare l’auto che a pochi metri tamponava il groviglio di lamiere spuntato dal nulla.
E fortuna ha voluto che tra le macchine provenienti da dietro, non ce ne fosse nessuna sulla mia stessa traiettoria, altrimenti hai voglia a colpi di frusta. Risultato: una bella botta alla gamba sinistra (sbattuta contro il paraurti della macchina davanti) e Yamaha intonsa, miracolosamente.
Ci resta un dubbio, e cioè se non sia il caso di chiuderle le autostrade di fronte a condizioni meteorologiche come quelle di oggi, data la totale insicurezza di una mobilità di questo tipo. Nascerebbero polemiche e si intaserebbero statali e strade cittadine, è vero, e forse cambierebbe ben poco, ma tamponamenti a 30/40 orari provocherebbero tutt’al più noiose constatazioni amichevoli e paraurti da cambiare, non certo bilanci ben più gravi.