La minaccia Fiat qualora la tassa sulla CO2 venisse approvata. Contraria alla misura anche Mercedes: auto da non demonizzare
FCA PROTESTA Da una parte, gli automobilisti: quanto costerà comprare una vettura nuova? Di meno, secondo quanto contenuto nel decreto incentivi, o forse di più, perché il suo grado di emissioni è oltre la soglia? Dall'altra i Costruttori, che implorano il Governo di effettuare scelte ponderate, che almeno non affossino un mercato in condizioni di salute già precarie. Ecotassa sì, ecotassa no: in attesa di novità, FCA prende posizione. E annuncia: se la misura passa, rivediamo il piano investimenti appena programmati per l'Italia. La prospettiva mette i brividi al solo pensiero.
ULTIMO AVVISO "Negli ultimi giorni lo scenario è stato significativamente modificato da interventi sul mercato dell'auto, in discussione all'interno della legge di Bilancio, che a nostro avviso - sostiene il neo responsabile FCA per le attività Emea Pietro Gorlier in una lettera rivolta al presidente del Consiglio regionale del Piemonte Nino Boeti - alterano l'intero quadro d'azione dentro il quale il piano per l'Italia era stato delineato. Se tale intervento fosse confermato, fin dal 2019 si renderà necessario un esame approfondito dell'impatto della manovrae un relativo aggiornamento del business plan".
SCARSO TEMPISMO I giorni scorsi lo stesso Gorlier e il Ceo di FCA Mike Manley avevano presentato ai sindacati il piano industriale per gli stabilimenti italiani del Gruppo. L'agenda include anche auto a basso (o nullo) tasso di emissioni, come Fiat 500 elettrica e Jeep Renegade plug-in hybrid, ma i tempi per l'elettrificazione sono lunghi, e i nuovi modelli green del Gruppo non saranno pronti prima del 2020. Significa che a oggi la gamma FCA sarebbe in larga parte esclusa dal programma di incentivi, e anzi, in buona misura colpita dalla famigerata ecotassa.
QUI MERCEDES Fiat minaccia di ritirare i suoi buoni propositi, vale a dire investimenti per 5 miliardi di euro nel triennio 2019-2021, a sua volta la filiale nazionale di Mercedes (altro marchio che con gli incentivi casca male) prende le difese del settore e chiede alla politica maggiore ascolto. "D'accordo l'auto elettrica - sostiene Radek Jelinek, presidente di Mercedes-Benz Italia - ma il comparto non va demonizzato. Nuove regole non fanno altro che alimentare il clima di incertezza e scoraggiare l'acquisto di modelli nuovi da parte di un pubblico che in larga maggioranza, un'elettrica non se la può permettere".