Acquisto l'auto o la noleggio? Un bel dilemma. Poi c'è anche la terza via, quella del leasing: non la acquisto subito, ma mi riservo l'opportunità di farlo in un momento successivo, alla scadenza del contratto. Questa, almeno, è la prassi ordinaria. Un fenomeno potrebbe infatti farsi strada, visto che oltre a Tesla (e ad altri marchi), ora pure Ford, negli Stati Uniti, escluderà l'opzione del riscatto al termine del leasing. Lo farà esclusivamente sulle auto a propulsione elettrica: il SUV Mustang Mach-E, il commerciale E-Transit, il pick-up F-150 Lightning.
NO BUY-OUT A riferirlo è il magazine del portale online CarsDirect, fonte secondo la quale Ford, nella prima decade di giugno, avrebbe trasmesso ai propri concessionari un pacchetto di modifiche inerenti le regole di leasing sui veicoli elettrici del marchio. A partire dal 15 giugno, Ford Credit starebbe aggiornando i nuovi contratti in 37 Stati - con altri Stati coinvolti dall'operazione entro il quarto trimestre 2022 - escludendo in sostanza la possibilità, da parte del consumatore, di acquistare la vettura alla fine del periodo di locazione.
I PRECEDENTI Normalmente, la formula del leasing si è sempre distinta dal noleggio a lungo termine proprio per la facoltà, da parte del cliente, di riscattare l'auto al termine del contratto, per un importo basato su un valore residuo predeterminato all'origine. Così è sempre stato, così non è detto che sarà in futuro. Non in automatico, almeno. Prima di Ford, a interrompere l'opzione del ''buyout'' sui suoi veicoli concessi in leasing venne Tesla. Dapprima, su una selezione limitata di modelli. Da aprile 2022, definitivamente sulla intera gamma. Negli USA anche Honda e General Motors, già nel 2021, restrinsero le possibilità di vendere l'auto a fine leasing: non a chiunque, ma solo ai dealer ufficiali.
CO2 NEUTRALITY? Tornando a Ford: non passa inosservato come la policy riguardi solo la sua flotta EV. Nella sua lettera ai concessionari, l'Ovale adduce anche le ragioni della scelta, inserendola nel più ampio contesto di una strategia aziendale di lungo periodo: ''Ford Motor Company si impegna a rendere i veicoli elettrici a batteria più sostenibili e convenienti per i propri clienti, localizzando la complessa rete della catena di approvvigionamento delle batterie, creando opzioni di riciclaggio per i veicoli fuori uso e aumentando la produzione di batterie negli Stati Uniti''. Le modifiche al BEV Lease, spiega Ford, andrebbero perciò nella direzione di ''contribuire all'obiettivo di neutralità carbonica entro il 2050, controllando la batteria del veicolo per tutta la sua vita, mantenendola all'interno della rete Ford''. Il ragionamento non fa una piega, ma alcuni smaliziati analisti suggeriscono una seconda chiave di lettura. Che poco ha a che vedere (o almeno, non solo) con le elettriche.
USATO DORATO Il mondo auto attraversa una fase di carenza di microchip (ingredienti dei quali le EV sono in effetti ancora più ghiotte), più in generale di componentistica, che è senza precedenti. Produzione a rilento, uguale offerta che stenta ad accontentare la domanda. Ciò ha fatto schizzare verso l'alto le quotazioni dell'usato, tanto che non sono rari, negli USA, i casi in cui un modello di seconda mano (vedi proprio il caso Tesla) viene scambiato a una cifra maggiore del prezzo di listino dell'equivalente modello nuovo di zecca. Vale per le Tesla, vale - o varrà presto - anche per una Mach-E usata.
RIENTRO ALLA BASE Questa, secondo certi osservatori, sarebbe una delle ragioni per le quali Ford intenderebbe ora conservare il più possibile il controllo della sua flotta a noleggio, evitando di vendere oggi al prezzo fissato anni fa, prima che scoppiasse la crisi logistica e prima che le quotazioni dell'usato spiccassero il volo. C'è inoltre chi suggerisce come Ford adotti questa soluzione anche come un modo per ripopolare i piazzali dei concessionari: con una fornitura costante di veicoli elettrici che escono dal contratto di locazione, i dealer potrebbero acquistarli e venderli (loro) come auto usate. Con buona pace di quei clienti che già assaporavano l'affare, riscattando la vettura a condizioni favorevoli, per poi magari rivendenderla in prima persona a un prezzo assai superiore.
ONLY IN AMERICA? In Europa, il fenomeno dell'usato ''impazzito'' non ha le stesse proporzioni che negli USA. Ma è innegabile che i lunghi tempi di consegna abbiano riacceso i riflettori sul mercato secondario. Oggi, sulle termiche. Domani, sulle full electric? Non ci meraviglieremo se pure di qua dall'Oceano, in un futuro vicino o lontano, il leasing tradizionale venisse a poco a poco scoraggiato dalle Case. A beneficio di una formula, quella del noleggio a lungo termine, che già oggi, dopotutto, viene fortemente caldeggiata anche per i privati. Che le ragioni siano di sostenibilità ecologica, oppure economica.