Il settore auto si conferma strategico per l'economia nazionale. E Il Centro studi Promotor stima per il 2019 un mercato da 2,3 milioni
TARGET 2 MILIONI Entro la fine dell’anno, la spesa per l'auto sostenuta dagli italiani ammonterà a 189 miliardi di euro, per una quota di circa l'11% del Pil nazionale. Sul versante immatricolazioni, nel 2017 verrà inoltre superata la fatidica soglia dei 2 milioni di vetture: di questo passo, i livelli ante-crisi verranno raggiunti già nel 2019 (anno per il quale si stima un monte di 2,3 milioni di auto), quindi con due anni di anticipo rispetto al ritorno agli standard pre-crisi del prodotto interno lordo, che al tasso di crescita attuale (+1,5% annuo) dovrebbero essere pareggiati solo nel 2021. E' una visione ottimistica, quella che il Centro Studi Promotor ha condiviso con gli addetti ai lavori nel corso del convegno "Il contributo dell'auto alla ripresa dell'economia italiana", incontro organizzato da Promotor e Motor Show di Bologna in collaborazione con l’Uiga (Unione italiana giornalisti dell'automobile).
IO BALLO DA SOLA “Il contributo che il settore dell'auto sta offrendo all'economia nazionale è estremamente importante - osserva il presidente di Econometrica e del Centro Studi Promotor Gian Primo Quagliano -, il comparto ha oltretutto superato senza alcun aiuto una crisi molto più grande di quella del contesto economico nel suo complesso. La rivoluzione della mobilità del futuro è già in atto, anche senza il sostegno del Governo. Basterebbe - sostiene Quagliano – che la politica non ostacolasse l’auto, non la combattasse come ha fatto sempre più aspramente negli ultimi tempi.
FISCO, NEMICO GIURATO La community non chiede insomma alcun contributo, quanto semmai facilitazioni fiscali al ricambio del parco auto, il più vecchio dell'Europa occidentale. L’idea lanciata al convegno dal presidente di Unrae Michele Crisci consiste in particolare in un programma di agevolazioni alla rottamazione di vetture Euro 3 in favore dell’acquisto di modelli Euro 6. “Nessun contributo specifico, semmai – spiega Crisci - una defiscalizzazione accompagnata dalla possibilità di portare in deduzione pluriennale parte del conto di acquisto”.