Il bioetanolo ha emissioni doppie rispetto alla raffinazione del petrolio tradizionale, sostiene Reuters. Non è vero, inquina la metà, dice la Renewable Fuels Association. Sui carburanti sintetici ed ecosostenibili si apre una polemica, che mette sotto accusa il modo in cui l'Agenzia per la Protezione dell'Ambiente (EPA) americana ha gestito le autorizzazioni per gli impianti di raffinazione e pure il modo in cui viene stimato l'impatto delle varie soluzioni. Una cosa è certa: per ora non si trova una risposta chiara su quale sia il combustibile meno sporco, ma come siamo arrivati a tutto ciò?
LE CONTRADDIZIONI DELLA SCIENZA ''Se torturi i numeri abbastanza a lungo, confesseranno qualsiasi cosa'', diceva Gregg Easterbrook, giornalista e scrittore statunitense, che pur non essendo propriamente un accademico ha esposto una verità scomoda e quantomai attuale. Tutti gli studi si basano su dei presupposti, che condizionano i risultati. Alla fine, ogni studio viene sottoposto a peer-review, ossia validazione, attraverso la revisione incrociata da parte di un gran numero di esperti. Peccato che spesso, sui presupposti, si creino fazioni che finiscono per sostenere tesi antitetiche.
CONTI CHE NON TORNANO L'agenzia giornalistica Reuters, con l'aiuto di alcuni accademici, ha analizzato i dati relativi al 2020 forniti dal Governo Federale degli USA sulle emissioni degli impianti per la produzione di biocarburanti, concludendo che l'etanolo ricavato dal mais ha inquinato in media circa il doppio di una normale raffineria, con alcuni impianti che arrivano ad avere emissioni sette volte superiori.
Una raffineria
PERCHÉ L'ETANOLO Le origini del problema risalgono al 2007, quando il Congresso degli Stati Uniti aveva imposto la miscelazione alla benzina di biocarburanti come l'etanolo a base di mais, allo scopo di ridurre le emissioni di gas serra. L'EPA, incaricata di scrivere i regolamenti per raggiungere gli obiettivi fissati dal Congresso, ha però concesso deroghe agli impianti di raffinazione già in costruzione o addirittura ultimati, che hanno di fatto avuto il via libera senza alcun limite alle emissioni del processo di raffinazione. Gli impianti che sforano il tetto, imposto successivamente, sarebbero il 95% del totale e da essi proverrebbe oltre l'80% dell'etanolo consumato negli USA.
SCIENZIATI CONTRO In cifre, il risultato è che in media, nel 2020, gli impianti per la produzione di etanolo hanno emesso 1.187 tonnellate di CO2 per milione di galloni, mentre le raffinerie di petrolio appena 533 tonnellate, dicono le analisi di Reuters. Ma Geoff Cooper, presidente della Renewable Fuels Association (RFA) non ci sta: ''L'etanolo offre un risparmio di carbonio significativo e immediato'', ha affermato. L'argomento, tuttavia è controverso e vede fronteggiarsi un gran numero di scienziati. Timothy Searchinger, ricercatore senior presso il Center for Policy Research on Energy and the Environment dell'Università di Princeton è convinto che il mandato sull'etanolo sia stato un errore: ''Abbiamo creato un modello terribile'', dice.
TUTTO VERO MA... Immediata la levata di scudi di tre delle aziende che, guarda un po', sarebbero tra le più inquinanti d'America. I portavoce di Green Plains, Marquis e POET sostengono che l'etanolo è più pulito della benzina, nonostante le emissioni a livello di impianto siano più elevate: il vantaggio si ha quando tale carburante viene effettivamente bruciato nei veicoli, dicono. Anche l'EPA ha riconosciuto le maggiori emissioni nella produzione dell'etanolo, rispetto alla benzina, ma ha affermato che l'etanolo è nel complesso più pulito e dichiara che circa un terzo degli impianti soddisfa gli standard ambientali della legge anche se non è tenuto a farlo. Sta di fatto che, tutte insieme, le raffinerie che godono della deroga dalla regolamentazione avrebbero prodotto in media il 40% in più di inquinamento per gallone rispetto agli impianti conformi, secondo l'analisi Reuters. Un bel margine di miglioramento.
La raffinazione dei biocarburanti più sporca del petrolio, dice Reuters
SEMPRE A DISCUTERE Basterebbe rivedere le deroghe per far rientrare l'allarme? Niente affatto. Se le analisi di Reuters sono esatte, anche le raffinerie di etanolo più virtuose producono comunque in media più inquinamento delle raffinerie di petrolio. Gli impianti conformi alla norma hanno prodotto una media di 860 tonnellate di carbonio per milione di galloni di carburante, rispetto alle già citate 533 tonnellate della raffineria di petrolio media. L'analisi di Reuters, va detto, si concentra sulla trasformazione della materia prima, mentre altri studi cercano di dare una visione più ampia del problema. Ma anche in questo modo, le conclusioni restano controverse.
MODELLI VARIABILI L'etanolo ha un vantaggio ambientale chiave rispetto alla benzina: brucia in modo più pulito nelle auto. Il problema, secondo i ricercatori sui biocarburanti, è che questi guadagni sono compensati dall'inquinamento derivante dalla semina del mais e dalla sua raffinazione in combustibile. Alcuni studi dimostrano che l'etanolo può essere molto più pulito, altri sostengono che è invece molto più dannoso. In particolare, uno studio pubblicato dalla National Academy of Sciences a febbraio ha stimato che complessivamente l'etanolo produce il 24% in più di carbonio. La metodologia adottata dall'EPA, al contrario, si è avvicinata ai risultati degli studi commissionati dall'industria, che affermano che l'etanolo produce fino al 40% in meno di emissioni del ciclo di vita rispetto alla benzina. Questo, però, dopo aver più volte corretto i modelli di calcolo, tenendo conto non solo di ''informazioni più aggiornate'', ma anche di pressioni da parte dell'industria, riporta Reuters.
SCOPI DIVERSI Questa discordanza nei risultati deriverebbe dal fatto che gli autori dei vari studi non si mettono d'accordo su uno standard unico di misurazione delle emissioni. A far variare le conclusioni sono il periodo di riferimento e quali aspetti della produzione vengono valutati. Ma anche chi finanzia lo studio, accusa Reuters. Inoltre la tutela dell'ambiente non è l'unico fine dell'adozione del bioetanolo. L'EPA ha infatti sottolineato anche i benefici sulle economie rurali e sulla sicurezza nazionale. ''I combustibili rinnovabili aiutano a diversificare l'approvvigionamento energetico della nostra nazione, migliorando l'indipendenza e la sicurezza energetica'', ha affermato l'EPA, aggiungendo che i biocarburanti forniscono ''posti di lavoro ben retribuiti nelle comunità agricole''. E con questo, il dubbio che in qualche modo Reuters abbia ragione potrebbe anche sorgere. La teoria per un nuovo complotto è servita!
Fonte: Reuters