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Editoriale

Comportamenti al volante, quelli proprio insopportabili. Top 10


Avatar di Lorenzo Centenari, il 20/02/22

2 anni fa - Un secolo di esperienza non è bastato a sradicare certe abitudini

Guida nel traffico, e comportamenti insopportabili. La mia Top 10
In rotonda, al casello autostradale, sulle strisce pedonali. Un secolo di automobile non è bastato a sradicare certe abitudini

''Io sono un automobilista, e poiché sono un automobilista, sono perennemente inc...zato come una bbbestia...'', così apriva i suoi monologhi il comico Gioele Dix, nei panni dell'utente della strada che non ne può più di assistere ogni giorno a scene sconsolanti. Per strada, abbiamo tutti l'obbligo morale di mostrare comprensione verso chi è un po' più imbranato, un po' distratto, un po' egoista. Pericoloso, anche? Beh, dipende. Non tutti i siparietti che vanno in onda quotidianamente mettono a repentaglio l'incolumità fisica propria e degli altri. La salute del proprio sistema nervoso, quella sì: se salti la sessione di meditazione mattutina, quella è messa a dura prova. Di seguito, in ordine di intensità piscosomatica, dieci situazioni (dieci, delle tante) di fronte alle quali rimanere impassibili è un esercizio da maestro Zen (e sono certo, avrete più di un dejavù).

IN ROTATORIA

La circolazione in rotatoria è a quanto pare ancora una disciplina le cui leggi naturali sono più misteriose dei segreti di Fatima. Ci riproviamo: se circoli attorno all'aiuola, freccia a sinistra. Se abbandoni la rotonda all'uscita successiva, freccia a destra. E invece, in nove casi su dieci, devi tirare a indovinare: quello esce, resta, che fa? Sarà colpa delle leggi della fisica: la forza centrifuga che paralizza gli arti e impedisce di raggiungere l'asticella dietro il piantone. Ma ho letto che esiste una filosofia orientale che permette di contrastarla, questa forza. Si chiama buon senso. 

AL CASELLO AUTOSTRADALE

D'accordo che non hai alcuna fretta, sei ansioso per natura e sei in anticipo di un'ora sull'appuntamento. Ok, sei un tipo preciso e non sopporti sparpagliare oggetti sui sedili, i tappetini, tasche interno porta, etc. Ma una volta ritirato il ticket, vai. Vai. Prima dentro e vai! I portaoggetti sono fatti apposta per posare o per raccogliere di tutto anche mentre sei in marcia. Assistere impotenti alla coppietta che sistema la Viacard come se stesse facendo ordine nella libreria di casa è una di quelle circostanze in cui rimpiangi di non esserti abbonato al Telepass. O di aver saltato i dieci minuti di meditazione di cui prima.

ALLE STRISCE PEDONALI

Se non ho intenzione di fermarmi (ragioni di sicurezza, tipo auto appiccicata al bagagliaio), non sollevo il piede, anzi. Un pelo (un pelo) accelero, così da sgombrare l'attraversamento il prima possibile. Se invece rallento gradualmente, è evidente: lo faccio per mostrare l'intenzione di cedere il passaggio. Ma c'è il pedone diffidente, che anche quando l'auto ormai è ferma, gentilmente ti fa segno di procedere. Ho cambiato idea, sto bene qui, sul ciglio. Passa tu, ti prego. A differenza tua, ho fretta e ormai il ''danno'' lo hai combinato.

DISTANZA DI (IN)SICUREZZA

Da neopatentato, amici e parenti mi rimproveravano la cattiva abitudine di avvicinarmi troppo alle altre auto. Fino a quando non mi sono messo nei panni altrui, e ho capito quale angoscia provoca sentire il calore dei fari abbrustolirti la schiena a fuoco lento. In città, in campagna, in autostrada. Ogni contesto ha la sua unità di misura della distanza. E mordere le caviglie a chi ti precede, non solo suscita un fastidioso senso di invasione della sfera personale: rischia anche di sfociare in un incontro ravvicinato col terzo tipo. Un tipo vestito da agente della Municipale.

NELLA NEBBIA

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Sacrosanto azionare i fari fendinebbia posteriori quando la visibilità è precaria. Altrettanto indispensabile è tuttavia anche il gesto di disattivarli non appena sopraggiunge dalle retrovie un'altra automobile. Soltanto a me, una volta sì e una no, capita l'esatto opposto? Già non vedo niente: procedere con due raggi laser conficcati nella retina ha il potere di risvegliare il lupo mannaro che è in me. E voi non volete essere seguiti da un lupo mannaro, giusto?

SORPASSI ''CORAGGIOSI''

Autostrada, traffico intenso: capita che tu occupi la corsia di mezzo perché la corsia più a destra è frequentata da un tir dietro l'altro, e scavalcarli uno alla volta rischia di risultare più pericoloso ancora. Questo nella piena consapevolezza, direi la certezza, che prima o poi il ''pilota'' arriva: a lui, quei venti metri tra un rimorchio e una motrice sono sufficienti. E così te lo ritrovi prima a mezzo metro dalla targa posteriore, poi a mezzo metro dalla porta laterale destra, poi a mezzo metro dal musetto. Se non altro, viste le sue abilità, nel giro di qualche secondo sparirà oltre l'orizzonte. Fino all'imbottigliamento vero.

CELLULARE ALLA GUIDA

La tecnologia muove passi da gigante e sì, ora è possibile persino dialogare al telefono mentre si guida, sfruttando i protocolli di accoppiamento del proprio smartphone con l'infotainment di bordo, e attivando una funzione che si chiama vivavoce. Una frangia di conservatori, tuttavia, resiste. Il punto è che li scopri subito: velocità ridotta, passo incerto, che nemmeno dopo un litro di sambuca. Non che in vivavoce tutti riacquistino uno stile esemplare: una conversazione con il partner provoca sempre emozioni, e se sai già che si finisce con il litigare, meglio rimandare la telefonata a quando avrai le ruote ferme.

GUARDA LO SPECCHIETTO

C'è un tratto di strada a due corsie, che percorro abitualmente, costeggiato da un alimentari etnico: in certi orari, è piantonato da un furgone che occupa gran parte della carreggiata. Se te lo trovi sulla traiettoria, gli girerai intorno. A meno che da dietro non sopraggiunga un'auto o una moto che ha già iniziato la manovra di sorpasso. Ecco, a bordo di quell'auto o quella moto potrei sedere io. Ora, per assurdo: metti che il primo automobilista si dimentichi che non è ancora l'ultimo essere umano sopravvissuto sulla Terra. Niente specchio, niente freccia. Metti che io riponga eccessiva fiducia negli altri. Siamo certi che ora non batterei al pc con una mano sola, perché l'altra è ingessata?

SEMAFORO GIALLO

Il Codice parla chiaro, ma forse non abbastanza. Se è verde, procedi. Se è rosso, fermati. Se è giallo, fermati. A meno che tu non sia in grado di farlo in condizioni di sicurezza: a quel punto, meglio avanzare e sgombrare l'incrocio il prima possibile. Il punto è che per calcolare questa decisione hai a disposizione giusto qualche decimo di secondo (e non hai affatto l'impressione che duri un'eternità): scegli una opzione e non puoi più tornare indietro. Accelerare e poi inchiodare perché preso dai rimorsi, non solo non vale. È proprio un gesto da autolesionista. A meno che tu non sia in cerca di nuove compagnie: allora sì, il giallo è meglio di un'app di incontri. Tra le vittime del tamponameno a catena, ci sarà pure qualcuno che ti sta simpatico.

CINTURE DI SICUREZZA

Che tenerezza, quegli occhioni che ti fissano con innocenza, quelle smorfie divertite di chi sente di essere protetto, e si fa beffe dei noiosi adulti che intravede dal lunotto posteriore, arrampicandosi sullo schienale del divano come fosse al parco giochi. Eppure, dopo un primo naturale moto di empatia, provo soltanto rabbia: possibile che ancora oggi i genitori non conoscano il significato di cintura-di-sicurezza-anche-per-i-passeggeri-posteriori? Sono più importanti ancora. Bimbo mio, non hai alcuna colpa. Da sculacciare (scherzo!), casomai, è il ''grande'' che siede al volante.

TO BE CONTINUED...


Pubblicato da Lorenzo Centenari, 20/02/2022
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