La frenata automatica di emergenza e l'Autopilot di Tesla non erano ancora stati inventati quando il tassista londinese George Smith, all'epoca 25enne, si schiantò contro un edificio di Londra alla guida di un'auto elettrica. A quei tempi non esistevano l'etilometro o la prova del palloncino, ma il 10 settembre 1897 fu subito chiaro al poliziotto intervenuto al 165 di New Bond Street che Smith aveva bevuto. Del resto, i veicoli chiamati Bersey Electric Cab avevano una velocità massima di 14 km/h (anche se pare che in qualche caso avessero sfiorato i 19 km/h): difficile schiantarsi da sobri a quella andatura, visto che all'epoca non esistevano neppure gli smartphone. Fu poi lo stesso Smith ad ammettere la colpa, dopo l'arresto da parte di tale agente Russel, e portato in manette al tribunale di polizia a Marlborough Street fu multato per una somma di 20 scellini (l'equivalente di 155 euro attuali).
1897 Bersey Electrical Cab - Vauxford, CC BY-SA 4.0
DEBUTTO COL BOTTO Smith era uno dei soli 12 autisti selezionati dalla London Electrical Cab Company di Walter C. Bersey (quello stesso Bersey, ingegnere elettrico, che ha inventato l'omonimo Cab), e i nuovi taxi elettrici erano in servizio da soli 22 giorni al momento del suo arresto. I taxi elettrici Bersey furono in servizio solo dal 1897 al 1899. Soprannominati “colibrì” a causa del caratteristico ronzio del loro motore elettrico, crebbero rapidamente in popolarità, ma non durarono a lungo perché troppo costosi da gestire. A causa del peso elevato, infatti, consumavano rapidamente le gomme e rompevano frequentemente i cerchi delle loro ruote in legno. E pure le batterie erano poco affidabili, pare. Alla fine del primo anno di attività, la London Electrical Cab Company registrava un passivo di 6.200 sterline, pari a circa 960.000 euro attuali, attualizzandone il potere d'acquisto.
Fonti: National Motor Museum, Jalopnik, Wikipedia