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Gli indisciplinati della Ferrari


Avatar Redazionale, il 12/12/02

21 anni fa -

Premio Bancarella 2002 per l'editoria sportiva, è la storia della "Ferrari Primavera", quella squadra di giovani talenti, belli e ricchi, che 45 anni fa avrebbe dovuto cambiare il volto della Formula 1 sostituendo la generazione degli Ascari e dei Fangio, scomparsa tragicamente nel breve arco di due anni.

Eugenio Castellotti, Alfonso Portago, Luigi Musso, Peter Collins, Mike Hawthorn

sono i cinque protagonisti del libro "Gli indisciplinati" (Fucina editore, 512 pagina, 49 foto, 17,56 euro), scritto da Luca Delli Carri, 31 anni, giornalista milanese. Erano piloti di un’epoca lontana, molto diversi dai campioni di oggi. Ricchi già prima di prendere il volante in mano, non pensavano solo a guidare ma vivevano per godersi la vita.

Personaggi da rotocalco, erano al centro della pubblica attenzione anche per le loro storie d’amore: Castellotti con la subrette Delia Scala, Portago con l’ex moglie di Tyrone Power, Linda Christian, Musso con la bella aspirante attrice Fiamma Breschi, Collins e Hawthorn con una pletora di miss che, Gran Premio dopo Gran Premio, non erano mai le stesse.

Personaggi brillanti

, guidavano grandi Cadillac e Plymouth, facevano un gran pilotare di aerei e di barche, perdevano molti soldi a poker e si lanciavano in sfide mortali con i compagni di squadra per divenire i preferiti del Drake, che da Maranello li guardava correre e... morire.

Il primo, Castellotti, cadde sulla pista di Modena, in prova, dopo una notte con Delia Scala in cui aveva dormito solo quattro ore: era il 14 marzo 1957. Poi fu una tragedia dopo l’altra: in maggio morì il marchese de Portago, durante la Mille Miglia, portando via con sé dieci persone e chiudendo il ciclo della grande corsa bresciana (e di tutte le corse su strada italiane, che da quel giorno vennero abolite). Musso uscì e si uccise al Calvaire di Reims il 6 luglio 1958, mentre stava rincorrendo il suo compagno di squadra Hawthorn, in testa alla corsa.

Il 3 agosto morì Collins, al Nürburgring, che sbagliò una curva mentre precedeva Hawthorn e seguiva Tony Brooks: tre inglesi, amici e avversari, si giocavano la vittoria a pochi metri l’uno dall’altro. Hawthorn divenne Campione del Mondo nel 1958, si ritirò dalle corse ma dopo poche settimane, il 22 gennaio 1959, slittò sulla strada bagnata e si schiantò con la sua Jaguar berlina contro un albero: stava sfidando l’amico Rob Walker, che era al volante di un’odiata Mercedes.

In questo libro le vite dei cinque piloti sono trasformate in romanzo

, e loro in personaggi veri e propri, che Delli Carri è riuscito a fare rivivere assieme a quell’epoca d’oro dell’automobilismo. I sentimenti, le emozioni, i drammi piccoli e grandi di uomini che decidono di giocarsi la vita su una macchina da corsa pur avendo, per nascita, tutto quello che si potrebbe desiderare (bellezza, soldi, fama) offrono uno spaccato in gran parte inedito del mondo della Formula 1 degli Anni 50.

Ma c’è un sesto personaggio nel libro, che da queste pagine esce con un profilo diverso dal solito, più vero: Enzo Ferrari. A raccontare del Grande Vecchio di Maranello è il suo braccio destro di allora, Romolo Tavoni, direttore sportivo della Ferrari in quegli anni e in precedenza segretario personale del Drake (in totale è stato 11 anni alla Ferrari). Tavoni parla per la prima volta di molti episodi finora avvolti da un’aura di leggenda, e racconta finalmente la verità su ciò che avvenne, per esempio, a Taffy von Trips, morto in un incidente mai del tutto chiarito proprio a Monza nel 1961, esattamente 40 anni fa.

Al libro è anche dedicato un sito internet, www.gliindisciplinati.it

, nel quale si trovano approfondimenti, biografie dei piloti, interviste e una scelta delle tante immagini raccolte durante la lunga e approfondita ricerca storica che è stata necessaria all’autore per scrivere questo libro. Sul sito si può anche acquistare il libro, che è offerto scontato a 16,00 euro, spese di spedizione incluse in tutta Italia.

Pubblicato da Redazione, 12/12/2002
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