L'elettrico, d'accordo. Ma l'elettrico ha diverse forme, e soprattutto, dimensioni. ''La ricetta sta nella sobrietà, nello stile di vita. Perché le auto, oggi, sono così grandi, con una sezione frontale doppia rispetto ad anni fa? Iniziamo a pensare anche a veicoli differenti, più piccoli, più leggeri, adatti a piccoli spostamenti. Minor peso e sezione frontale, uguale minor necessità di grandi batterie''. Auto tipo Dacia Spring? Così Gian Paolo Dallara, presidente e fondatore di Dallara Automobili, nel corso del secondo convegno del ciclo di appuntamenti organizzati per celebrare i 50 anni dell'azienda di Varano Melegari. Parole che in qualche modo, vista l'autorevolezza della fonte, consacrano quanto da noi sostenuto in tempi non sospetti.
SIMPOSIO All'incontro “Mobilità e futuro: quale sarà l’auto di domani?”, moderato dal direttore di Quattroruote Gian Luca Pellegrini, con l’ingegner Dallara dialogano Camillo Mazza, general manager di Bosch Italia, Enrico Al Mureden, professore del dipartimento di Scienze giuridiche dell’Università di Bologna, e Mario Almondo, direttore operativo di Brembo Performance. Tra elettrificazione, digitale, car design e automazione della guida, si delinea un quadro in rapida trasformazione. Un percorso, tuttavia, disseminato di insidiose trappole. Spunti a raffica, citiamo i più significativi.
IL CORAGGIO DI SBAGLIARE ''In futuro - sostiene Dallara - ci sarà ancora spazio per la creatività: le auto oggi si assomigliano tutte, ma sono convinto che nei prossimi 10-15 anni cambieranno profondamente. Certo, occorre avere coraggio e lasciare da parte la paura di sbagliare. Soprattutto, parallelamente all'elettrico, occorre insistere nello sviluppo dei carburanti sintetici''. Naturale, da parte del padrone di casa, una riflessione sul futuro delle corse: ''Convergenza tra Formula 1 e Formula E? Non penso - afferma Dallara -, semmai saranno tutte le competizioni a indossare qualche sfumatura di verde, con l'inevitabile ibridizzazione dei motori termici''.
VIVA GLI E-FUEL Quello della sostenibilità è un tema che sta particolarmente a cuore anche alla stessa Bosch, responsabile in prima persona dei sistemi tecnologici e di controllo motore della barchetta Dallara Stradale. Bosch che, come sempre, condivide il proprio approccio multienergia. ''Oggi l'auto è sul banco degli imputati: sicuramente - sostiene Mazza - il settore ha le sue responsabilità, ma la strada giusta per correggere il suo impatto è quella della neutralità tecnologica, non l'imposizione della tecnologia elettrica. Ci sarà un mercato per la sempre più variegata offerta di modelli 100% elettrici? Avremo energia a sufficienza? Sostenibilità ambientale e sostenibilità economica vanno a braccetto. Ecco perché Bosch supporta anche la diffusione dei carburanti sintetici''.
AL SUO SERVIZIO Oltre che all'elettrificazione, l'idea di mobilità futura è legata a doppio filo anche al concetto di connettività. ''C’è chi sostiene che l’auto del futuro sarà uno smartphone su ruote: personalmente - afferma Mazza - penso che l’auto debba rimanere qualcosa di differente. Ben vengano le nuove tecnologie, purché si mettano al servizio dell'utente per migliorare la sua esperienza di guida e di bordo. Ben vengano, ad esempio, app per monitorare le batteria e mantenerle efficienti più a lungo''.
ONLINE BRAKES Suona forse strano, eppure un settore della componentistica interessato da molto vicino all'evoluzione dei sistemi di connettività è quello degli impianti frenanti. ''Grazie alla connessione internet ultraveloce - sostiene Mario Almondo di Brembo -, sia tra diverse parti del veicolo, sia tra il veicolo stesso e l'ambiente esterno, i freni potranno restituire reazioni molto più rapide, a tutto vantaggio della sicurezza''.
CHI PAGA? Auto del futuro, infine, è sinonomo di auto a guida autonoma. E illuminanti sono le considerazioni dell'esperto di diritto Enrico Al Mureden. ''Sono necessari tanti investimenti sulle infrastrutture, dopodiché - ammonisce il docente - si impone la grande questione etica e giuridica. Servirà cioè studiare soluzioni innovative per compensare gli inevitabili effetti collaterali, ovvero gli inevitabili incidenti: chi costruisce auto a guida autonoma potrebbe ad esempio contribuire a dedicare un fondo al risarcimento delle vittime. Dopotutto, se la guida autonoma ridurrà i sinistri, il budget per gli indennizzi non dovrebbe mancare. Senza contare che questo genererebbe maggiore fiducia negli utenti''.
UMANESIMO Elettrica, autonoma, ultraconnessa. Ciascuno dalla propria prospettiva, tutti d'accordo su un dogma: l'auto non perda la sua essenza di strumento di piacere, libertà, evasione. ''Arriverà un giorno - prevede Dallara - in cui le auto senza conducente guideranno meglio dell'essere umano. Il quale essere umano, tuttavia, non potrà mai esssere soppiantato totalmente. Non il suo istinto, non la sua furbizia''.