In attesa della risposta ufficiale di Renault, rumors di un accordo che assicuri un posto nel board al Governo francese. Solo voci?
FIFTY FIFTY? Un accordo alla pari, anzi no. Tra il dire e il fare c'è di mezzo l'Eliseo, e una fusione tra due Gruppi dalla mission internazionale, ma anche dalla forte impronta nazionale, non può non fare i conti con il ruolo del Governo, ma quello francese. La risposta della Régie alla proposta formulata da Fiat Chrysler è attesa per questa stessa giornata, nel frattempo si accavallano le voci di una clausola all'interno della quale il board del nuovo super Costruttore riservi un posto in prima fila al socio statale. Ecco i termini più nel dettaglio (ma sarà vero?).
IL LAVORO NON SI TOCCA Il memorandum of understanding che legherebbe Renault ed FCA, e dal quale nascerebbe il terzo Gruppo auto al mondo (Nissan-Mitsubishi escluse), dai primi approcci delle scorse settimane sarebbe stato leggermente rivisto. Prevedendo per gli azionisti della Losanga un maxi dividendo, rafforzando le garanzie di occupazione nei confronti dei lavoratori delle fabbriche francesi, infine assicurando al Governo di Parigi una sedia nel nuovo CdA. Lo Stato francese è oggi proprietario di Renault nella misura del 15%: della nuova società, rimarrebbe titolare del 7,5% delle azioni, conservando perciò un peso decisivo nelle scelte strategiche. Come quella, appunto, di tutelare i dipendenti Renault: la correzione dell'accordo, fonte Automotive News, consisterebbe infatti anche nel prolungamento delle garanzie occupazionali dei lavoratori transalpini fino a 4 anni dalla firma dell'accordo, anziché i 2 anni citati nella bozza del contratto originale.
LA GRANDEUR Fossero queste premesse confermate, naturale immaginare come la sede di Gruppo non possa che essere proprio ai piedi della Tour Eiffel. Con tutto ciò che un asse sbilanciato verso il partner francese comporterebbe. Garanzie occupazionali laggiù, chiusura fabbriche e licenziamenti di qua dalle Alpi? Perché bisogna pur tagliare i costi. Da un momento all'altro, Renault uscirà allo scoperto e si pronuncerà. Vedremo cosa metterà sul piatto. Non è il caso di fasciarsi la testa prima del tempo, ma un socio come l'Eliseo è una pedina ingombrante, questo andava messo in conto.