Il Wall Street Journal: Fiat Chrysler teme eccessiva esposizione su mercati europei. Anche famiglia Agnelli contraria alla fusione
VUOI TU FCA... Questo matrimonio non s'ha da fare, o almeno così la pensa la famiglia di uno dei due sposi. PSA corteggia, FCA ne è lunsingata ma respinge le avances. Queste le conclusioni tirate dal Wall Street Journal, e quando la fonte è tanto autorevole, la notizia merita di essere ripresa. Secondo il quotidiano newyorkese, Fiat Chrysler non sarebbe disposta alla fusione con Groupe PSA per un intreccio di ragioni, di ordine commerciale così come di natura finanziaria.
BOLLA EUROPEA In parole povere: il sodalizio col Gruppo francese avrebbe per FCA l'effetto di una sovraesposizione sui mercati europei, oltre che in Sudamerica, proprio mentre si rafforza la necessità da parte delle Case auto di maturare un business il più possibile globale, anziché legato ad una singola area geografica. Grazie al radicamento Jeep negli Usa, PSA trarrebbe giovamente dall'operazione, autospianandosi la strada verso l'ingresso sulla piazza nordamericana, obiettivo a più riprese dichiarato. Al contrario, l'asse geopolitico delle attività Fiat Chrysler non si muoverebbe di un centrimetro, neutralizzando almeno in parte i benefici di far parte di un conglomerato da 9 milioni di auto all'anno, competitivo nei volumi anche con Toyota, Gruppo Volkswagen e Alleanza Renault-Nissan.
LA PROPRIETÀ All'origine del rifiuto, secondo il WSJ sarebbe anche l'ostilità della famiglia Agnelli. L'azionista di maggioranza di FCA (attraverso la finanziaria Exor) non vedrebbe di buon occhio la fusione, non almeno in chiave generale. Possibile che a Torino siano favorevoli a joint venture su singole aree di business, come già accade sui veicoli commerciali: ma a uno sposalizio a vita, quello no. La vicenda sembra a un punto morto, sempre nell'attesa che uno dei due attori non si esprima anche pubblicamente, e aggiunga spunti di conversazione.