L'ok dei rispettivi CdA, poi la firma del memorandum d'intesa. Chi comanda, chi ci guadagna di più: ecco i più probabili scenari
WIN-WIN SITUATION? Ad un passo dal traguardo, per un trionfale arrivo in parata. Lo storico accordo tra FCA e PSA non fa prigionieri ma soltanto vincitori: fusione paritetica, uguale interscambio di tecnologie, economie di scala, gamma prodotto in grado di concorrere in qualsiasi fascia di mercato. Salva anche l'occupazione (ma su questo aspetto torneremo di sicuro in seguito). Un ultimo passaggio attraverso il CdA Fiat Chrysler e il Consiglio di Soveglianza PSA per l'approvazione in via definitiva delle rispettive parti: poi la firma del contratto (domattina mercoledì 18 dicembre?), o meglio di un accordo vincolante che preceda una futura piena operatività. Bene, anzi, benissimo. Prima riflessione: chi comanda d'ora in poi?
FCA-PSA, Carlos Tavares a capo del nuovo maxi-Gruppo
POTERI A TAVARES Il Memorandum of Understanding (MoA per chi mastica di accordi commerciali ed industriali) non entra ancora nei particolari di modelli, marchi, siti produttivi e via dicendo. La priorità è ora quella di stilare un regolamento di condominio che stia bene ad ambedue i coinquilini. Con sede legale in Olanda (come FCA) e quotato sui listini delle Borse di Milano, Parigi e New York, il nuovo Gruppo sarà guidato da Carlos Tavares (PSA), mentre John Elkann conserverà l'odierna carica di presidente FCA. Non ancora chiaro quale ruolo spetterà invece a Mike Manley: Ceo Fiat Chrysler, come da 18 mesi a questa parte, oppure dirigente trasversale al nuovo maxi-agglomerato (un giro d'affari stimato in 170 miliardi di euro, una produzione di oltre 9 milioni di vetture)?
Fusione FCA-PSA, che accadrà ad occupazione e produzione?
L'UNIONE FA LA FORZA Detto così, passa il messaggio che le decisioni più importanti a prenderle sarà la Francia, e non la controparte italo-americana. In realtà, degli 11 membri del nuovo Consiglio di Amministrazione, 5 proveranno da FCA ed altrettanti 5 da PSA, con Tavares nelle vesti di top manager che faccia gli interessi della compagnia nel suo complesso. La suddivisione delle quote azionarie al 50% per parte sarà a sua volta realizzata in seguito a complesse operazioni finanziarie. Unica condizione in grado di sbilanciare leggermente la governance lato PSA, la richiesta di Parigi che anche l'erede di Tavares sia un francese. Non resta ora che aspettare che i due Gruppi annuncino pubblicamente il proprio impegno a lavorare insieme. E insieme, garantirsi la sopravvivenza ed il successo in un contesto (auto elettrica, guida autonoma, connettività) che spaventa, ma che riserva enormi opportunità.