Non stiamo parlando degli e-fuel, ossia dei carburanti sintetici invisi alla Commissione Europea perché costosi e di basso rendimento. No. Qui stiamo parlanto di HVOlution, evoluzione del Biodiesel oggi disponibile presso una cinquantina di stazioni Eni Live Station italiane, che diventeranno 150 entro fine marzo 2023: allo stesso prezzo del gasolio Eni Diesel+. In occasione della conferenza 2023 Capital Markets Update & 2022 Full Year Results Eni ha sottolineato la volontà di incrementare investimenti nei biocarburanti: un mercato dal potenziale molto grande e con pochi competitor, soprattutto negli USA, per arrivare a produrre 5 milioni di tonnellate l'anno nel 2030. Anche nell'ottica della diversificazione delle fonti energetiche: scelta strategica fondamentale in epoca di instabilità politica internazionale. Ma di cosa stiamo parlando?
ALL'INIZIO ERA COSÌ Chi ha qualche annetto in più sulle spalle si ricorderà di certo quando, all'inizio di questo millennio, già si parlava di olio di colza e residui di frittura per far andare i motori Diesel. Chiaramente non era una buona idea, per motivi tecnici (inchiodava gli iniettori) e per motivi fiscali, visto che impiegandoli si aggirava la tassazione dei carburanti alla pompa. Non bastasse, allo scarico puzzava di fritto. Accanto a queste soluzioni fai-da-te, tuttavia, la ricerca per trasformare sottoprodotti agricoli in carburante si scontrava con una considerazione etica (e pratica) fondamentale: la produzione di bio-carburanti non doveva entrare in competizione con la produzione agricola per i generi alimentari. Ma nel frattempo, qualcosa è cambiato.
Produrre 5 milioni di tonnellate l'anno di biocarburanti: l'obiettivo Eni per il 2030
VERIFICA SE L'AUTO È COMPATIBILE Ora Eni sembra aver trovato la quadra, con HVOlution, il primo Diesel di Eni Sustainable Mobility, prodotto al 100% con materie prime rinnovabili (ai sensi della Direttiva (UE) 2018/2001 “REDII”), da scarti e residui vegetali, e da olii generati da colture non in competizione con la filiera alimentare. Attenzione, HVOlution era già presente in una percentuale del 15% nel gasolio Eni Diesel+. La novità è che questo carburante ora è disponibile puro, per l'impiego nei veicoli compatibili: verifica che la tua auto possa impiegarlo, cercando la sigla EN 15940 (XTL) sul libretto di manutenzione.
I VANTAGGI DEL BIODIESEL Le origini vegetali e il processo produttivo del gasolio HVOlution, dice Eni, riducono le emissioni di CO2 rispetto a quelle del Diesel tradizionale e per questo il nuovo carburante ''può contribuire all’immediata decarbonizzazione del settore dei trasporti'', tenuto conto delle emissioni allo scarico. Senza costi aggiuntivi rispetto al gasolio premium dello stesso marchio e senza complicazioni, perché utilizzabile con le attuali infrastrutture: il tutto mantenendo invariate le prestazioni.
Verifica la compatibilità della tua auto con HVOlution: cerca la sigla EN 15940 (XTL) sul libretto di manutenzione
COLTIVATO IN AFRICA HVOlution deriva il suo nome da Hydrotreated Vegetable Oil, olio vegetale idrogenato e deriva dalla trasformazione di materie prime vegetali di scarto, come gli olii di frittura esausti, e olii non edibili: tra i quali non figura l'olio di palma dalla fine del 2022. L’obiettivo è di coprire il 35% dell’approvvigionamento delle ''bioraffinerie'' Eni entro il 2025. La produzione avviene negli impianti di Venezia e Gela, tramite la tecnologia proprietaria Ecofinining messa a punto grazie a investimenti del 2014. Per un adeguato approvvigionamento delle materie prime, Eni sta sviluppando una rete di agri-hub in diversi paesi dell’Africa, tra cui Kenya, Mozambico e Congo, in cui verranno prodotti olii vegetali in grado di crescere in terreni marginali e aree degradate.
LA DICHIARAZIONE “Il biocarburante puro HVOlution ha un ruolo fondamentale perché già da oggi può dare un contributo importante alla decarbonizzazione della mobilità, anche del trasporto pesante'', dice Stefano Ballista, amministratore delegato di Eni Sustainable Mobility. ''Questo prodotto arricchisce l’offerta nelle stazioni di servizio, affiancandosi all’attuale proposta di prodotti low-carbon, come le ricariche elettriche, e di servizi per le persone in mobilità: obiettivo di Eni Sustainable Mobility è integrare gli asset industriali e commerciali lungo tutta la catena del valore, dalla disponibilità della materia prima fino alla vendita di prodotti decarbonizzati al cliente finale.”