La Commissione Europea ha avviato una procedura d'inchiesta nei confronti dell'Italia per le emissioni del Gruppo FCA
SEMBRAVA CHIUSA Sembrava che il caso emissioni che aveva coinvolto FCA e la Fiat 500X si fosse chiuso con un nulla di fatto. Pare proprio che non sia così. La Commissione Europea infatti ha deciso di avviare una procedura d’inchiesta nei confronti dell’Italia “per il mancato adempimento degli obblighi previsti dalla legislazione comunitaria per l’omologazione per quanto riguarda il gruppo FCA”.
IL CASO DEFEAT DEVICES Il nodo della questione è rappresentato dalla presenza o meno dei fantomatici defeat devices a bordo di alcune vetture del gruppo guidato da Sergio Marchionne, soprattutto sul 2.0 MultiJet di Fiat 500X e Jeep Renegade. Due vetture al centro delle accuse mosse poco tempo fa dalla Germania.
SENZA CONTROLLI Ciò che si propone le Commissione Europea è verificare l’effettiva mancanza di controlli sulle emissioni dei due modelli FCA da parte delle autorità italiane. Stando alle direttive europee infatti sono gli stati a dover effettuare test sui di modelli prima che questi vengano commercializzati nei singoli mercati. Qualora dovessero venire alla luce eventuali valori fuori scala, le autorità nazionali devono avviare azioni correttive, come ad esempio una campagna di richiami e applicare sanzioni ai costruttori.
COSA SONO I DEFEAT DEVICES Per fare un po’ di chiarezza è bene rispondere ancora una volta alla domanda “cosa siano i defeat devices?”. Si tratta di dispositivi software atti a modificare i valori relativi alle emissioni di un’auto. Tali sistemi sono in grado, grazie a differenti parametri, di riconoscere quando un veicolo viene sottoposto a test sulle emissioni ed abbatterle per rientrare nelle normative antinquinamento. Secondo la Commissione Europea FCA avrebbe dotato Fiat 500X e Jeep Renegade di defeat device così da far registrare valori ben al di sotto di quelli effettivi.
LA PAROLA ALL’ACCUSA “I produttori di automobili stanno effettuando i testi sulle emissioni in modo scadente e alcuni hanno anche violato la legge” ha tuonato Elżbieta Bieńkowska, commissario europeo per il Mercato Interno. “Lo scandalo sulle emissioni ha dimostrato che le responsabilità di far applicare la legge e punire coloro che la violano non possono più essere lasciati esclusivamente ai singoli Stati membri. Mentre il Parlamento europeo e gli Stati membri hanno recentemente compiuto buoni progressi sulla nostra proposta di revisione del sistema attuale, è giunto il momento di raggiungere un accordo definitivo. La salute e la fiducia dei cittadini sono in gioco e non abbiamo tempo per perdere”.
LA PAROLA ALLA DIFESA Ora l’Italia avrà 2 mesi per rispondere alle accuse della Commissione Europea sulle emissioni FCA e dimostrare la mancanza di defeat device sui modelli della Gruppo.