Ritornelli di cultura popolare, fondati sulla realtà dei fatti: l'auto elettrica ha scarso successo perché il pubblico è frenato dall'autonomia di percorrenza, da tempi (e costi) per la ricarica, infine - soprattutto - perché l'auto elettrica costa più cara. Delle tre variabili, l'ultima tra quelle menzionate è forse anche la prima in ordine di impatto sulle scelte dei consumatori. Poiché l'auto elettrica è la più pompata dall'industria e dalle istituzioni, la sua diffusione crescerà. Quindi anche i prezzi caleranno. Fino alla magica svolta: il punto di pareggio tra il prezzo di un'auto elettrica e il prezzo della corrispondente versione a combustione interna. A quando, questa svolta? Secondo uno studio, entro il 2026. Sì, ma a determinate condizioni. E non è detto che tutto proceda per il verso giusto.
VELOCITÀ CURVATURA A formulare il pronostico di un breakeven nel 2026 è un report di BloombergNEF. Secondo i calcoli della società USA di analisi e consulenza, i prezzi dei pacchi batteria agli ioni di litio stanno crollando, registrando nel 2024 il calo più forte dal 2017. Questo a causa sia di un eccesso di offerta di celle, sia di prezzi più bassi per i metalli grezzi e altri componenti chiave utilizzati nella produzione. Se la tendenza oggi in corso non si arresterà, la data a partire dalla quale il prezzo delle elettriche scenderà sino a coincidere con quello delle auto con motori termici è il 2026. Appunto: ciò succederà soltanto se la curva non correggerà la propria inclinazione.
Prezzi auto elettriche, il fattore chiave è il costo delle batterie al kWh
EQUAZIONI Attualmente, stima BloombergNEF, il costo medio globale di un pacco batteria è di 115 dollari per kWh: rispetto alla media del 2023, il calo ammonta al -20%. Affinché la previsione sia azzeccata, i prezzi dovranno scendere di ulteriori 15 dollari, eguagliando la cifra di 100 dollari per kWh. BNEF allunga lo sguardo fino al 2030: per fine decennio, il prezzo medio calerà fino a 69 dollari. Quali fattori potrebbero rovinare la festa? Fattori macroeconomici e fattori geopolitici.
OVERCAPACITY In primis, la produzione di batterie per veicoli elettrici rimarrà fortemente dipendente dalle vendite di auto. Di recente si è verificata una sovrabbondanza di celle, in larga parte a causa di un rallentamento della crescita delle vendite di EV sui mercati occidentali. Ne consegue che anche i Costruttori potrebbero iniziare a ridurre la produzione, vanificando così un calo dei prezzi lineare delle batterie stesse.
(DIS)INCENTIVI Tra le altre discriminanti, poi, BloombergNEF cita il taglio dei sussudi che i Governi europei stanno praticando a scapito delle vendite al dettaglio delle EV, fenomeno che in Germania, nel 2024, ha portato a un calo significativo dei volumi. Senza contare che, negli Stati Uniti, il presidente entrante Donald Trump minaccia di imporre dazi del 60% sulle importazioni di veicoli elettrici cinesi e tariffe del 10%-20% su quelle provenienti da altri Paesi. Non di meno, ancora prima dell'insediamento, il team di transizione sta spingendo affinché il Congresso abroghi il credito d'imposta di 7.500 dollari per i veicoli elettrici deliberato dall'amministrazione Biden. Se anche solo una di queste misure andrà in porto, pure negli States il mercato delle elettriche va incontro a un forte ridimensionamento.
In gioco, fattori economici e politici
IL CASO CINA In definitiva, la certezza è che presto o tardi il punto di pareggio tra EV e ICE si verificherà pure. Che ciò succeda nel 2026, invece, è solo l'ipotesi più ottimistica. Si tratta, inoltre, di una media mondiale: da un mercato all'altro, potrebbero registrarsi notevoli discrepanze. In realtà, aggiunge il rapporto BloombergNEF, un caso scuola esiste già: è quello della Cina, nazione dove alcuni veicoli elettrici sono già in vendita a un prezzo inferiore rispetto alle loro controparti a combustione. Appunto, in Cina. Paese dove le EV sono in crescita del +50%, Paese che assorbe il 70% delle vendite globali di auto elettriche. Che quindi, è un caso a parte, più che un caso scuola.
Fonte: Bloomberg