(MEZZO) PASSO AVANTI Piuttosto che niente, è meglio piuttosto, recita una perla di saggezza regionale. L'iniziativa del Governo di rifinanziare il fondo destinato all'ecobonus auto con un'iniezione di altri 200 milioni di euro, a disposizione tuttavia a partire dal prossimo anno, suona proprio come una misura che sull'andamento del mercato avrà un effetto trascurabile. Cioè non sarà in grado, di certo non nel breve termine, di risollevare un settore che esce dai due mesi più drammatici dal dopoguerra a oggi. Ai 100 milioni di euro in più (rispetto agli iniziali 70 milioni) per l'ecobonus 2020, l'ultima release del Decreto Rilancio aggiunge dunque 200 milioni per il 2021. Quando per molti concessionari, con ogni probabilità sarà ormai troppo tardi.
Ecobonus 2020-2021: solo per elettriche e PHEV
GUERRA DI CIFRE Su pressione dell'industria, della distribuzione e delle associazioni di categoria, l'esecutivo ha alzato leggermente il tiro e ha riservato all'auto un'attenzione in più, ma sempre trascurando le richieste principali che provengono da UNRAE e che trovano l'appoggio della filiera automotive tutta: l'estensione degli ecoincentivi ai veicoli dal tasso di emissioni CO2 compreso tra 61 g/km e 95 g/km, il riallineamento della pressione fiscale sulle auto aziendali agli standard europei. Nessuna delle due proposte sono ancora state accolte: il tetto per ricevere l'ecobonus resta quello dei 60 g/km (soglia sotto la quale scendono solo elettriche e ibride plug-in), mentre la detraibilità IVA sulle flotte aziendali resta a sua volta al 40%. La conversione in legge del decreto è tuttavia ancora lontana: gli emendamenti in Parlamento fioccano, la speranza del mondo auto di vedersi riconoscere un sostegno più concreto non si è ancora spenta.