Dietro alla cospirazione che è costata a Volkswagen oltre 20 miliardi di dollari ci sarebbe anche il dirigente Audi Giovanni Pamio
NUOVE PUNTATE La saga dieselgate si arricchisce di volta in volta di nuovi dettagli, nuove figure, nuove accuse. Ora a finire sotto le grinfie di Fbi ed Epa (Environmental Protection Agency) è l'italiano Giovanni Pamio, dirigente Audi all'epoca degli episodi contestati.
ASSOCIAZIONE A DELINQUERE Secondo quanto si legge sul sito internet del Dipartimento di Giustizia Usa, Pamio, ingegnere, 60 anni, è indagato per aver aver recitato un ruolo di primo piano nel processo di manipolazione dei risultati dei test di emissione sui motori diesel del Gruppo Volkswagen. I capi di accusa sono quelli di frode, cospirazione e violazione della normativa in materia di tutela ambientale (Clean Air Act).
TEST GALEOTTI Secondo quanto si apprende, dal 2006 al 2015 l'ingegnere italiano è stato a capo dell'area termodinamica del dipartimento di sviluppo dei motori diesel Audi a Neckarsulm, in Germania, dove coordinava un team di ingegneri incaricato dei controlli sulle emissioni. Pamio è ritenuto responsabile di aver diretto dipendenti Audi nel progettare ed implementare funzioni software per ridurre le emissioni durante i test.