SOSTEGNI ZERO Alla faccia di chi invoca aiuti, e non solo a breve termine (Unrae chiede sostegni fino almeno al 2026). Sembra - la premessa è d'obbligo, viste le dinamiche che sempre precedono l'approvazione di una norma di portata simile - che il cosiddetto decreto Sostegni bis lasci il settore auto con un palmo di naso: niente rifinanziamento al fondo destinato agli incentivi, sponda diesel e benzina. Il Governo avrebbe cioè escluso dal testo una misura che rabbocchi il serbatoio (vuoto) degli incentivi per le auto appartenenti alla terza fascia di emissioni CO2, quella compresa tra i 61 e 135 g/km, ovvero quella che sappiamo essere l'unica delle tre a intercettare la domanda in quote a doppia cifra (elettriche e ibride plug-in in forte crescita, ma share ancora marginale). No bonus, no party. Ma non è detta l'ultima parola.
No ad altri incentivi per benzina e diesel Euro 6
SECONDA CHANCE Benché il Consiglio dei Ministri abbia ormai approvato la propria versione definitiva del decreto legge, non è affatto da escludere che nuovi fondi per diesel e benzina Euro 6 rientrino in corsa tramite un emendamento presentato durante la fase di discussione in Parlamento. Oltre alla necessità di accompagnare il mercato dell'auto verso statistiche più dignitose dopo mesi di magra, va ricordato infatti come la scadenza ufficiale degli incentivi di terza fascia venne a suo tempo individuata al 30 giugno 2021. Data che noi stessi battezzammo come eccessivamente ottimistica, proiettando l'esaurimento delle risorse non oltre i primi mesi di primavera. Ma che ora potrebbe essere usata come leva per rifinanziare un comparto in difficoltà, e che avrebbe il diritto di...sentirsi in credito. Da Montecitorio già sarebbe partita la richiesta a Palazzo Chigi di includere un pacchetto a favore delle quattro ruote: incentivi, ma anche abolizione superbollo e detraibilità Iva su auto aziendali. In attesa di sviluppi, nel frattempo l'auto (quella, almeno, a bassa elettrificazione) incassa l'ennesimo pugno allo stomaco.