Segnalare, limitare, non abusare. E l'autovelox fa meno paura. Trascorsi i canonici 15 giorni dalla pubblicazione del decreto in Gazzetta Ufficiale, quindi a partire dal 12 giugno 2024 (testo in GU il 28 maggio 2024), entra finalmente in vigore una misura attesa addirittura da 14 anni, cioè dai tempi in cui venne citata in una legge per la prima volta (si intende la riforma del Codice della Strada contenuta nella legge 120/2010 del 29 luglio 2010). Della conclusione dell'iter burocratico del considdetto decreto Autovelox, quel pacchetto di norme che ri-disciplina ''le modalità di collocazione e uso dei dispositivi di rilevamento a distanza dei limiti di velocità di cui all'articolo 142 del Codice della strada'', dà conferma in prima persona l'inquilino del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti Matteo Salvini. A marzo 2024, l'approvazione della bozza da parte della Conferenza Stato - Città. Ora (fine maggio 2024), il via libera definitivo. Elenchiamo in modo schematico le novità principali.
Decreto Autovelox, via alla mini-rivoluzione
DECRETO AUTOVELOX PERCHÈ
Scopo principale del nuovo regolamento, quello essenziamente di uniformare le modalità su tutto il territorio nazionale, neutralizzando iniziative da parte degli Enti locali talvolta... ambigue. Il nuovo quadro normativo si applica alle postazioni fisse, mobili o a bordo di veicoli in movimento. Interessa inoltre tutte quelle circostanze in cui non è possibile effettuare la contestazione immediata delle violazioni. Per adeguarsi al decreto, ai sindaci è concesso un periodo di tolleranza di 12 mesi, dopodiché gli autovelox che non rispetteranno la norma saranno disinstallati fino al loro adeguamento. Nel frattempo (nota bene), le sanzioni restano valide. La legge, infine, non affronta il tema dell'omologazione degli apparecchi: dal Ministero dei Trasporti assicurano che il vuoto normativo verrà colmato entro l'estate.
Decreto Autovelox in dirittura d'arrivo
QUI SÌ, QUI NO
Una volta che la misura entrasse in vigore, i dispositivi autovelox potranno essere posizionati esclusivamente ''in aree ad elevato livello di incidentalità, documentata impossibilità o difficoltà di procedere alla contestazione immediata sulla base delle condizioni strutturali''.
A TUTTO C'È UN LIMITE
Il decreto disciplina anche il rapporto tra l'uso di autovelox e limiti in vigore in un determinato tratto di strada. I dispositivi potranno essere sistemati solo in aree dove il limite di velocità individuato sia non inferiore di oltre 20 km/h rispetto a quello massimo generalizzato, salvo specifiche e motivate deroghe. Ad esempio, sulle strade extraurbane principali, dove è previsto un limite di 110 km/h, il dispositivo può essere utilizzato solo se il limite di velocità è fissato ad almeno 90 km/h, ma non per limiti inferiori. In ambito urbano, non è possibile sanzionare per limiti di velocità inferiori a 50 km/h, essendo necessaria in tali casi la contestazione immediata.
Il nuovo decreto tratta anche la distanza tra apparecchio e cartello di avviso
MANTIENI LE DISTANZE
Per arginare l’eccessiva proliferazione di sanzioni, spesso anche oggetto di contenzioso, si prevedono distanze minime per i tratti stradali su cui sono collocati i dispositivi, oltre che distanze minime tra gli stessi autovelox (distanze, tuttavia, non specificate). Quanto alla distanza tra il cartello di avviso e il dispositivo: per le strade extraurbane, tra il cartello e il dispositivo deve intercorrere una distanza di almeno 1 km. Sulle strade urbane a scorrimento, distanza di 200 metri. Sugli altri tipi di strada, 75 metri.
Giro di vite sulla contestazione immediata di infrazioni
INCONTESTABILMENTE
Infine, il decreto precisa che i dispositivi a bordo di un veicolo in movimento possono essere utilizzati senza contestazione immediata dell’infrazione solo nei casi in cui venga dimostrato ''non sia possibile collocare postazioni fisse o mobili''. Anche questi dispositivi, peraltro, devono essere resi visibili al cittadino.