È stallo, sostiene un lato del tavolo. No, ci sono buoni progressi, ribattono dalla sponda opposta. Quale stadio abbia raggiunto la negoziazione tra la Repubblica Popolare e l'Unione Europea circa le tariffe addizionali sulle elettrice prodotte in Cina, non è ancora chiaro. Dal momento che Bruxelles continua a professare scetticismo, mentre da Pechino parlano di ''accordo tecnico'' raggiunto. Quindi, di un quadro in evoluzione: dazi ritirati, o comunque depotenziati. La vicenda è appassionante: dal braccio di ferro commerciale a una guerra di comunicazione. PS: c'entra il successo di Trump alle elezioni USA?
BYD Seal U: colpita dai dazi Ue sulle importazioni. O forse non più?
QUI PECHINO Ad annunciare che Cina e Ue, a metà novembre, avrebbero raggiunto un ''consenso tecnico'' nei colloqui volti ad annullare, o ridurre, le tariffe applicate ai veicoli elettrici di fabbricazione cinese, è un post datato sabato 16 novembre su un account Weibo, un social media cinese, affiliato alla China Central Television (CCTV), emittente gestita dallo Stato. Lo riferisce Bloomberg, a sua volta ripreso da Automotive News Europe. La stessa notizia si trova anche su Global Times, autorevole pubblicazione cinese. Le due parti avrebbero esplorato un accordo sui cosiddetti ''impegni sui prezzi'', elaborando un complesso meccanismo volto a controllare i prezzi e i volumi delle esportazioni. In ultima istanza, a ritirare i maxi dazi in vigore dal 31 ottobre scorso.
L'ACCORDO PRENDE FORMA ''Il consenso sul quadro di impegno sui prezzi si riferisce ad alcuni accordi specifici raggiunti da entrambe le parti in questo round di negoziati sul quadro generale, il che indica anche che entrambe le parti sono disposte a concentrare le proprie risorse sulla negoziazione degli interessi principali e a impegnarsi per raggiungere lo stesso obiettivo'', riferisce il post su Weibo.
Cina vs Unione Europea: la battaglia sui dazi raggiunge una tregua?
RIMPALLI Gli autori insistono sul fatto che, mentre la narrazione occidentale pretende che i progressi nei negoziati siano limitati a causa delle resistenze della Cina, il cui Governo non avrebbe formulato una proposta soddisfacente all'Ue, nella realtà questa interpretazione sarebbe distorta.''I report occidentali stanno ingannando intenzionalmente l'opinione pubblica e interferendo con il processo di negoziazione''. Coloro che negano i progressi nelle trattative, si specifica, ''non solo cercano di gettare acqua fredda sui colloqui, ma spostano anche la responsabilità sulla Cina con secondi fini, sostenendo sia la Cina, a non aver elaborato un piano che soddisfi la parte europea. Quando invece, nella fase precedente dei negoziati, le ragioni delle differenze e delle difficoltà erano strettamente correlate a ciò che faceva la parte europea''.
E se c'entrasse l'elezione di Donald Trump?
FRONTE COMUNE ANTI-TRUMP? Sempre il social Weibo è il veicolo che dà voce ai sospetti cinesi secondo i quali, nel braccio di ferro Cina-Ue sui dazi applicati alle EV, c'entrino le elezioni per la presidenza degli Stati Uniti. ''Prima di ottobre - si legge in un differente post -, durante i negoziati Cina-Ue sui veicoli elettrici, la parte europea ha cercato di utilizzare vari mezzi per ritardare i negoziati, probabilmente in attesa dei risultati delle elezioni americane. Se il Partito Democratico avesse vinto, l'atteggiamento dell'Ue sarebbe stato più duro. Ha vinto Trump, forse si apre una sorta di negoziato Cina-Ue. In un certo senso, siamo nella stessa trincea''. A presto per gli ultimi aggiornamenti.