DI MALE IN PEGGIO Alle emergenze dovremmo avere fatto il callo. Questo tipo di emergenza, tuttavia, sebbene tragga inizialmente origine dall'emergenza Covid, ora viaggia con le proprie gambe. Come una variante, ma anziché il codice genetico, a variare è il campo di gioco. La carenza globale di chip si sta progressivamente esacerbando: se non altro, le Case automobilistiche non sono più le sole vittime. Già, perché anche giganti della tecnologia come Apple e Samsung Electronics sono ora costretti a praticare tagli alla produzione e a rivedere le proiezioni sulle entrate.
DAL FRONTE Gli ultimi bollettini sono concitati. Honda interromperà la produzione in tre stabilimenti in Giappone, BMW riduce i turni nelle sue fabbriche in Germania e in Inghilterra, Ford infine ha sensibilmente ridotto le previsioni sugli utili per l'intero 2021, nella consapevolezza che la crisi si estenderà anche al 2022. Persino un inguaribile ottimista come il Ceo di Tesla Elon Musk considera il collo di bottiglia dei semiconduttori ''un problema enorme''. E la lista dei marchi sarebbe ancora lunga. Settore auto e settore movimento terra: Caterpillar segnala che potrebbe non essere in grado di soddisfare la domanda di macchinari utilizzati da edilizia ed estrazione mineraria.
MAL COMUNE... Gli ultimi membri del club sono ora proprio quelle stesse aziende che durante la pandemia hanno beneficiato della crescente domanda di smartphone, laptop e altri dispositivi elettronici, cioè il fenomeno che nei mesi scorsi aveva dato origine ai ritardi nelle forniture al mondo auto. Ai taccuini dell'agenzia Bloomberg, Luca Maestri, Chief Financial Officer di Apple, ammette che i vincoli di fornitura microchip stanno rallentando le vendite di iPad e Mac, due prodotti che in lockdown hanno a dir poco spopolato: nel terzo trimestre, i ricavi Apple caleranno tra i 3 e i 4 miliardi di dollari, non proprio briciole. Samsung, che è sia un produttore, sia un utente di chip, stima a sua volta che la carenza di componenti contribuirà a una diminuzione dei profitti generati dalla divisione mobile a dir poco preoccupante. ''Là fuori è una lotta, devi essere in contatto quotidiano con i tuoi fornitori e assicurarti di essere importante per loro'', dichiara l'amministratore delegato di Nokia Oyj Pekka Lundmark ai microfoni di Bloomberg Television. Che presto o tardi, oggetti del desiderio come iPhone 11 o Galaxy S20 diventino rari come diamanti?
Microchip, l'oro dell'era post Covid?
AI RIPARI Nel frattempo, le aziende leader nella produzione di chip (vedi Qualcomm, vedi STMicroelectronics) promettono che investiranno miliardi per espandere la propria capacità, mentre lottano per tenere il passo con la domanda. Ma quand'è che l'emergenza rientrerà? La risposta più onesta, è che nessuno precisamente lo sa.
QUESTIONE DI PRIORITÀ ''Per le Case automobilistiche, il secondo trimestre 2021 sarà peggiore rispetto al primo trimestre'', dichiara a Bloomberg Song Sun-jae, analista di Hana Daetoo Securities Co. a Seoul. Anche NXP Semiconductors NV si aspetta forniture limitate per tutto l'anno e avverte che i vincoli per l'industria automobilistica potrebbero estendersi fino al 2022. Ma se per il mercato di smartphone e dintorni la crisi potrebbe essere passeggera, differente è il quadro per il mondo auto. ''Per i produttori di semiconduttori - sostiene Lee Han-joon, analista della coreana KTB Investment & Securities Co - l'industria automobilistica non è realmente vista come uno dei loro clienti chiave. Ecco perché l'auto è in una posizione molto più delicata''. Non una buona notizia.