Sportello reclami chiuso, si va avanti col programma. Almeno, col crono-programma. Perché se la data del 2035 sembra ormai blindata, non è affatto escluso che oltre la scadenza concordata, in Unione Europea, dovranno circolare solo ed esclusivamente veicoli elettrici. C'è spazio, forse, pure per altre tecnologie. Come gli e-fuel, l'idrogeno, persino l'ibrido plug-in. Il 2035 è l'orizzonte, salvo aggiustamenti in corso: nel 2026, si tirano le somme dei progressi registrati sino a quel momento, e chi lo sa.
STEP BY STEP In estrema sintesi, questa la visione che i Paesi membri, al termine della seduta fiume del 28 giugno del Consiglio Ambiente Ue sul cosiddetto protocollo ''Fit for 55'', hanno accettato di condividere e di sottoporre ad Europarlamento e Commissione Ue, cioè gli organi coi quali, presto, partiranno i negoziati sui testi definitivi.
NO POSTICIPARE Confermata innanzitutto la deadline 2035 per la vendita e la produzione di veicoli benzina e diesel, siano essi autovetture o veicoli commerciali: non passa perciò la proposta di cinque Paesi, tra i quali l'Italia, di posticipare la scadenza al 2040. I target restano perciò gli stessi approvati dal Parlamento Ue: riduzione del 100% delle emissioni CO2 entro il 2035 (e non del 90%, come inizialmente chiesto dai membri ''disallineati''), con tappa intermedia nel 2030, anno in cui le auto dovranno scendere al 55%, i furgoni al 50%. Quindi dal 2035 solo full electric vehicles? Non è detto.
MULTI-TECNOLOGIA Non passa infatti inosservato come il comunicato conclusivo del Consiglio Ue non faccia mai menzione, in modo esplicito, di auto 100% elettrica. Emerge invece un approccio più possibilista nei confronti di altre soluzioni, quindi in nome di una neutralità carbonica da conquistarsi anche attraverso lo sviluppo di tecnologie come l'idrogeno, gli e-fuel(tanto caldeggiati dalla Germania), pure il plug-in hybrid, qualora si dimostrasse in grado di contribuire alla causa in modo significativo.
MID TERM Tra il dire e il fare, come detto, c'è di mezzo il 2026, anno in cui ''la Commissione valuterà i progressi compiuti verso il raggiungimento degli obiettivi di riduzione delle emissioni del 100% e la necessità di riesaminare tali obiettivi''. Lo farà tenendo conto sia degli sviluppi tecnologici, sia ''dell'importanza di una transizione praticabile e socialmente equa verso le emissioni zero'', tema non secondario e sul quale le istituzioni stanno probabilmente maturando maggiore consapevolezza. Si tratta, dopotutto, di rivoltare la mobilità come un calzino: il percorso non conoscerà discese, solo ripide salite.