ESPANSIONE Le immatricolazioni di auto elettriche sono in crescita, il trend è ormai abbastanza consolidato ed è confermato dai dati dell’UNRAE, che nel report sulla struttura del mercato pubblicato questo mese parlano di un +108% fra gennaio e agosto 2020 per le BEV, rispetto allo stesso periodo dell'anno passato (qui l'appofondimento sul mercato BEV). Certo, numeri contenuti se paragonati ai volumi di benzina e Diesel, ma pur sempre in controtendenza rispetto a un mercato dell’auto che stenta davvero a riprendersi. Crescono le auto a batterie e si espande pure la rete di rifornimento. Sebbene l’Italia accusi ancora un forte ritardo, soprattutto rispetto alle nazioni del Nord Europa, in un solo anno nel nostro Paese le stazioni di ricarica sono passate da 5.246 a 7.203 unità, mentre i punti di ricarica sono balzati da 10.647 a 13.721. Secondo le ultime elaborazioni di Motus-E (febbraio 2020) l’incremento medio è del 33%.
QUESTIONE DI POTENZE Prima di analizzare i numeri qui riportati è necessario chiarire cosa s’intende per punto e stazione di ricarica. Il primo è sostanzialmente una postazione di rifornimento che garantisce accesso indiscriminato a tutti gli utenti, la seconda è invece un’infrastruttura più ampia, che può ospitare un maggior numero di punti di ricarica ed è dunque capace di rifornire più veicoli contemporaneamente. Ora, ogni singolo punto di ricarica viene classificato a seconda della potenza erogata. Si parte da potenze “standard” (uguali o inferiori ai 22 kW) per passare a quelle “elevate” (superiori ai 22 kW). Quest’ultime si dividono a loro volta in: “veloci” (da 22 a 50 kW) e “ultra-veloci” in grado di gestire potenze che superano i 50 kW. Di tutte le postazioni presenti sul territorio nazionale, il 73% sono interamente pubbliche mentre il restante 27% è installato su suolo privato ad accesso pubblico (supermercati, grandi magazzini etc.).
Le colonnine Ionity ultra-fast
RITARDO CRONICO L’indagine di Motus-E evidenzia in maniera lampante la carenza di punti di ricarica veloci e ultra veloci, la cui crescita rimane pressocché invariata. Stabile infatti al 3% la quota delle veloci su tutta potenza installata. Le ultra-veloci aumentano invece di sole 4 unità, passando da 12 a 16 postazioni. Lo studio mette inoltre a nudo la sproporzione fra Nord e Sud Italia, con Emilia-Romagna, Piemonte, Lombardia, Veneto e Trentino Alto Adige che da sole coprono il 50% di tutte le infrastrutture di ricarica elettrica presenti nel Belpaese. Degno di nota l’impegno di Ionity, joint venture comunitaria, il cui piano di crescita prevede l’installazione di stazioni ad alta potenza (fino a 350 kW) lungo le principali arterie autostradali a una distanza di circa 120 chilometri una dall’altra, in grado di ospitare fino a 6 BEV contemporaneamente. Enel X dal canto suo ha recentemente superato quota 10.000 punti di ricarica. Il processo di elettrificazione dello Stivale si preannuncia lungo...