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Editoriale

Auto elettriche abbandonate in Cina: il lato fumoso della rivoluzione green


Avatar di Emanuele Colombo, il 27/08/23

1 anno fa - La Cina è piena di auto elettriche abbandonate: il caso

La Cina è piena di auto elettriche abbandonate: perché?
In Cina migliaia di auto elettriche delle compagnie di car-sharing fallite giacciono abbandonate in dozzine di "cimiteri"

La Cina, si sa, è il mercato principale delle auto elettriche. Qui si concentra circa il 60% di tutti i veicoli elettrici del Mondo, con una rete di ricarica che non ha eguali. La fortissima spinta all'elettrificazione, che oggi vede produrre nella Repubblica Popolare oltre sei milioni di veicoli l'anno, tra BEV e plug-in hybrid, si deve alle ricche sovvenzioni del Governo che hanno inondato di quattrini il settore. Con qualche effetto collaterale non trascurabile. Filmati provenienti dalla Cina mostrano campi con centinaia o migliaia di auto abbandonate: prevalentemente veicoli elettrici, che invece di essere riciclati sono finiti in discariche improvvisate.

DA DOVE ARRIVANO I cimiteri delle auto elettriche non sono casi isolati: la loro esistenza è documentata in dozzine di città cinesi già a partire dal 2019. Ma di che veicoli si tratta? Cosa ne sarà di loro in futuro? Per tentare di dare una risposta si sono mossi sia l'agenzia stampa internazionale Bloomberg sia alcuni canali Youtube, tra cui Inside China Auto, la cui indagine potete vedere riassunta nel video qui sopra. Nella maggior parte dei casi, i veicoli elettrici sono le flotte abbandonate delle compagnie di car sharing: compagnie nate per intercettare i finanziamenti pubblici destinati a promuovere la mobilità green, andate a gambe all'aria per un mercato inesistente. Molte delle auto risalgono al 2017: modelli all'osso, con un centinaio di chilometri di autonomia, la cui tecnologia è rapidamente divenuta obsoleta, rendendo le auto irrivendibili.

FRENESIA CONSUMISTICA Bloomberg descrive il fenomeno dei veicoli elettrici abbandonati come “una rappresentazione sorprendente degli eccessi e degli sprechi che possono verificarsi quando i capitali si riversano in un’industria in espansione, e forse anche uno strano monumento al progresso dirompente che ha avuto il trasporto elettrico negli ultimi anni”. Più drastico il fotografo Wu Guoyong, uno dei primi in Cina a documentare il fenomeno: ''I cimiteri delle auto elettriche e delle bici del bike sharing (che in Cina hanno subito la stessa sorte, n.d.r.) sono il risultato del capitalismo sfrenato'', dice Wu. ''Lo spreco di risorse, di denaro e il danno all'ambiente sono conseguenze naturali''.

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Le auto elettriche delle compagnie di car-sharing cinesi ammassate in parcheggi improvvisatiLe auto elettriche delle compagnie di car-sharing cinesi ammassate in parcheggi improvvisati

LA LEZIONE DALLA CINA Se la Cina è davanti a tutti nella mobilità elettrica - un vantaggio ottenuto non senza qualche scorciatoia sul piano delle emissioni dell'industria e delle centrali elettriche locali - è bene trarre qualche insegnamento dalla sua esperienza ''green'': che magari non ha emissioni allo scarico, ma per altri versi rimane ugualmente abbastanza fumosa. Come sappiamo, il mercato delle auto elettriche viaggia a velocità diverse in Europa. Qui ancora non si parla di abbandono delle flotte dismesse, ma imporre d'ufficio una transizione laddove il mercato oppone resistenza può portare a un eccesso di produzione rispetto alla domanda. Si rischia di riempire i parcheggi di auto invendute: uno spreco e un danno per l'ambiente anche peggiore delle auto precocemente abbandonate. Perché la maggior quota di emissioni (superiore a quella delle auto tradizionali) le auto elettriche la generano proprio nel processo produttivo, recuperando poi nell'impiego quotidiano. Se l'auto elettrica non si usa, il vantaggio è azzerato e rimane solo lo sporco generato per costruirla.

FATTE PER DURARE? C'è poi da chiedersi quanto rapidamente ancora cambierà la tecnologia delle auto elettriche e quanto presto diventeranno obsolete le auto che oggi paiono all'avanguardia. Se un'auto dura a lungo e il proprietario se la tiene ben stretta, non è solo il segno che magari quel proprietario non ha i soldi per sostituirla: è anche segno che quell'auto funziona molto bene e si mantiene efficiente con poca spesa nonostante l'età. Il fatto che il parco circolante italiano abbia un'età media di oltre 12 anni e mezzo dimostra la longevità dell'auto endotermica. Quanto ci metteranno le auto elettriche a pareggiare il conto? E con quali effetti reali sulle emissioni, se il loro ricambio generazionale si dimostrerà più rapido?

Fonte: Bloomberg


Pubblicato da Emanuele Colombo, 27/08/2023
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