C'era una volta un tizio che andava dicendo: ''Semplifica, poi aggiungi leggerezza''. Quel tizio faceva di nome Colin Chapman e il suo motto può applicarsi sia alle auto da corsa, sia all'auto di serie. Specie al giorno d'oggi che l'imperativo è quello di viaggiare, consumando la minore quantità di carburante possibile immaginabile. Eh già, perché nella nostra perpetua ricerca della stazione di rifornimento che pratichi i prezzi meno cari, nel tentativo di individuare il modello e la forma di propulsione più evoluti, quindi più sostenibili anche per il nostro portafogli, tendiamo a dimenticare un principio sacrosanto. Più l'auto è grande, più è pesante, più consuma, qualunque sia il genere di alimentazione. Esatto, persino l'elettrico: prova a sollevare a mano un pacco batterie.
LE DIMENSIONI CONTANO L'esplosione della moda di SUV e crossover, che anche se compatti, non saranno mai compatti quanto utilitarie e citycar tradizionali, ha contribuito a spostare in noi, automaticamente, l'asticella delle dimensioni medie della nuova auto. Che innanzitutto dovrà essere spaziosa dentro, per il nostro agio, e ''corazzata'' fuori, per il nostro ego. Senza contare la pletora di funzioni di bordo che di virtuale hanno solo l'interfaccia: centraline e cavi elettrici sono reali, all'ingrombro e al peso complessivo del veicolo, benché in misura minima, il loro contributo lo offrono pure. Poiché gli studi affermano che il 75% del consumo di carburante è attribuibile alla massa stessa del veicolo, è chiaro dove voglio andare a parare.
MACCHINA DEL TEMPO Riporto un aneddoto che ama rispolverare un mio anziano cugino, un tempo collaudatore all'Innocenti, quando il marchio costruiva su licenza anche la Mini. In occasione degli Europei di baseball, alcuni incontri dei quali si disputavano presso lo stadio di Parma, mio cugino Giovanni prestava servizio di autista a beneficio di ospiti e giornalisti. Come shuttle tra lo stadio e la stazione ferroviaria, proprio una flotta di Innocenti Mini. Durante il tragitto, Giovanni racconta come fosse comune udire, dal divanetto posteriore di un fagotto lungo 3 metri e uno sputo, il ticchettio sulla tastiera della macchina da scrivere. Due adulti rannicchiati e sommersi di scartoffie che battevano a macchina, gomito a gomito, su un dispositivo non esattamente sottile come un tablet, in bilico sulle ginocchia. Solo l'idea mi fa gridare alla tortura: per chi svolgeva il mio mestiere cinquant'anni fa, al contrario, doveva essere una cosa del tutto normale.
NON TI ALLARGARE Mi balza in mente un altro esempio: anno dopo anno, la via dove abito sta diventando impercorribile. Col margine sia destro, sia sinistro, tappezzati di auto in sosta, la carreggiata è oggi talmente stretta, da impedire o quasi il passaggio di un furgone. In un decennio, la sede stradale ha perso mezzo metro per lato, persino le strisce blu contengono a fatica la sagoma delle auto, sempre più disinvolte nell'occupare spazio trasversale. Ho portato il caso della Mini, uno tra i più naturali. Ma il parallelismo vale anche con Fiat 500, Porsche 911, Volkswagen Golf. A ogni generazione che seguiva, stretching dei volumi in ogni direzione. Necessità (le norme sulla sicurezza, mettici anche la statura media più elevata), ma anche abitudine viziata.
QUESTIONE DI CENTIMETRI Considero il comfort di bordo uno dei primi criteri per l'acquisto di un'auto. Ma al tempo stesso, sono consapevole di quanto il piacere di sprofondare in sedili a una piazza e mezzo, di non inzuccare contro il soffitto, di incastrare una bottiglia di Coca Cola da due litri nelle tasca interna della porta, di vuotare il contenuto del mio zaino dentro il mobiletto sul tunnel centrale, mi costi denaro sia al momento dell'acquisto, sia ogni volta che si muovono le ruote. Più belle da vedere, più sicure. Ovviamente, anche dai motori molto più efficienti di una volta. Ma di un'efficienza in parte vanificata proprio da maggior larghezza, altezza, peso complessivo. Prima ancora di sforzarti di uno stile di guida parsimonioso, misura le tue reali esigenze di spazio e non scartare un'automobilina più piccina solo perché non è di moda. Il risparmio alla pompa inizia in concessionaria.