Clima: emissioni di CO2 in aumento in seguito alla messa al bando dei diesel. I dati del Dipartimento dei Trasporti inglese
EMISSIONI IN AUMENTO Nulla di cancerogeno, sia chiaro, perché parliamo di CO2 e non di particolato o ossidi di azoto, ma i dati del Dipartimento dei Trasporti inglese mostrano che nel Regno Unito le emissioni di anidride carbonica, calcolate sulle auto di nuova immatricolazione, hanno raggiunto il livello più alto dal luglio 2013. La media si attesta su 128,3 g/km, che rappresenta un sensibile peggioramento rispetto al record positivo di 119,2 g/km fatti registrare ad Agosto 2016.
LE CAUSE L'aumento delle emissioni – di CO2, lo ribadiamo – sarebbe attribuibile a due fattori: il declino delle motorizzazioni diesel, che in UK sono crollate del 31% nell'ultimo anno, e alle norme WLTP sul calcolo di consumi ed emissioni. Da un lato, la penalizzazione del gasolio ha indotto i consumatori a rivolgersi alle auto a benzina, che fanno registrare consumi più alti delle diesel. Dall'altro, le nuove norme WLTP hanno costretto le case automobilistiche a dichiarare valori più elevati che in passato, a danno delle statistiche del Dipartimento dei Trasporti.
IL PROGRESSOÈ LENTO Non basta che le auto di ultima generazione siano, in media, più efficienti del 12,6 % rispetto ai modelli precedenti. E purtroppo non basta neppure il contributo delle auto elettriche, a emissioni zero, che rappresentano ancora una fetta troppo limitata del mercato (3%) per poter incidere significativamente sul calcolo delle emissioni medie.
UN OSTACOLO IN PIÙ L'aumento della CO2 in UK era iniziato già nel 2017, dopo 20 anni di costante declino: ben prima che venissero introdotte le norme WLTP e quindi in diretta correlazione con la contrazione del mercato dei diesel. Su questa base, l'addio al gasolio rappresenta un ostacolo all'obiettivo di ridurre del 35% le emissioni imposto dall'Unione Europea per il 2030 (qui i dettagli).
LA CONFERMA “Il programma anti-diesel ha prodotto risultati negativi nella lotta ai cambiamenti climatici”, conferma Mike Hawes, capo della Society of Motor Manufacturers and Traders (SMMT). “D'altra parte la richiesta di veicoli elettrici rimane insoddisfacente, per via delle preoccupazioni del pubblico nei confronti dell'infrastruttura per la ricarica e il prezzo d'acquisto”.
SERVONO INCENTIVI Hawes suggerisce la necessità di ulteriori investimenti per motori a combustione più puliti e di un approccio consistente che preveda incentivi e investimenti infrastrutturali per lanciare la mobilità elettrica su larga scala: “Ora più che mai abbiamo bisogno di una strategia che permetta ai costruttori di investire, innovare e vendere in modo competitivo, e dia ai consumatori ogni incentivo per adattarsi”. Un punto, quello su chi ci deve mettere i soldi, che non mancherà di suscitare polemiche.