Freddolosa in inverno, ma anche insofferente alla calura estiva. L'auto elettrica è termosensibile: quando la colonnina di mercurio segna una temperatura che oltrepassa i limiti di un range di comfort, le sue batterie peggiorano le prestazioni. Con tanti saluti all'indice di autonomia che registravi in primavera e autunno. Che le EV temino i climi freddi, è un fatto noto. Che anche il caldo eccessivo possa esercitare un'influenza significativa sull'autonomia, non è ancora del tutto dimostrato. Un report di Recurrent, società con sede a Seattle, suggerisce tuttavia che anche l'eccesso di calore succhia via alle batterie quote di autonomia non trascurabili.
VW ID.4: ''freddolosa'', come tutte le altre EV
LA LINEA ROSSA Recurrent è una società di consulenza che studia e testa migliaia di veicoli ogni anno per analizzare la relazione tra le batterie e la loro autonomia. I suoi ultimi dati indicano che quando l'aria scotta, i veicoli elettrici potrebbero perdere quasi un terzo della loro autonomia dichiarata. Sebbene Recurrent non faccia nomi, afferma tuttavia che, quando le temperature salgono sopra i 38° Celsius, alcune EV sperimentano un calo del loro raggio d'azione anche del -31%. Ovvero un gap molto simile a quello riscontrato in caso di temperature gelide: in base a test precedenti, sia Ford Mustang Mach-E, sia Volkswagen ID.4, con temperature inferiori ai -1° riportarono un calo del -30%.
CON ASTERISCO Interpellata da Automotive News, Recurrent avrebbe sottolineato come i suoi dati sull'esaurimento precoce della portata delle batterie in condizioni di caldo estremo siano ancora insufficienti per trarre conclusioni scientifiche granitiche. ''La perdita di autonomia a 38° si basa su dati estremamente limitati'', afferma il CEO Scott Case, il quale spiega anche come la raccolta stessa dei dati sia difficile a causa del fatto che ''la maggior parte della guida viene effettuata all'inizio della giornata, prima che venga raggiunta la temperatura di picco''.
Alte temperature, bassa autonomia? Così dice Recurrent
IL PICCOLO CHIMICO Secondo Greg Less del Battery Lab dell'Università del Michigan, la diminuzione della portata alle alte temperature va ricercata nella chimica degli accumulatori stessi. ''Una volta che sei sopra i 38° gradi, inizi ad avere una rottura dello strato di emissione passiva sull'anodo. Quella rottura causerà quindi il consumo dell'elettrolita liquido, che ridurrà la durata della batteria''. A scanso di equivoci: non si parla, nello studio, di perdita di autonomia dovuto al consumo di energia da parte del sistema di aria condizionata. Bensì di perdita di autonomia per ragioni chimico-fisiche da clima esterno.
NO PANIC Il caldo anomalo ''scioglie'' l'autonomia, gli esperti di Recurrent fanno tuttavia notare come temperature meno estreme, sulle proprietà delle batterie, abbiano in realtà un'influenza minima. Cioè un calo, secondo gli studi, del -5% a 32° e solo del -2,8% a 26°. E in fondo, se è vero che in inverno registrare temperature inferiori allo zero, almeno in Nord Italia, è un fenomeno piuttosto frequente e potenzialmente prolungato nel tempo, viceversa un caldo superiore ai 38° (facendo gli scongiuri) raramente ci accompagna per mesi interi o anche solo settimane, per di più rimanendo circoscritto a determinate giornate estive e a una breve fascia oraria pomeridiana. Momento nel quale, se possibile, il buon senso invita comunque ad evitare di mettersi in marcia.