Logo MotorBox
Mobilità sostenibile

L'elettrico? Non conviene, meglio il diesel. Parola di Bosch


Avatar di Lorenzo Centenari, il 21/06/19

5 anni fa - L'ad Dambach: sbagliato abbandonare il diesel, l'elettrico è immaturo

L'ad Dambach: sbagliato abbandonare una tecnologia che non danneggia l'ambiente e che fa bene al mercato, auto elettrica immatura

BUONI E CATTIVI Quanto fa male il diesel? Assai meno di altre forme di alimentazione, elettrico in primis. E allora perchè staccargli la spina, proprio ora che la tecnologia lo ha ripulito di ogni scoria "radioattiva", e che dati alla mano, in chiave di efficienza non ha eguali? Bosch e il motore a gasolio, un amore per il quale battersi anche quando l'opinione pubblica è contraria. E non solo in base a logiche di profitto: nelle tecnologie diesel, il colosso tedesco dell'innovazione è leader mondiale. Bosch suffraga le sue idee anche coi numeri. E mette in guardia: l'auto elettrica non è la panacea di tutti i mali, anzi.

BOSCH IN CIFRE La circostanza per tornare in argomento diesel è la conferenza Bosch Italia sul bilancio 2018: cifre lusinghiere per quanto riguarda il volume d'affari complessivo (2,5 miliardi di euro, bene soprattutto le divisioni Industrial Technology, Bosch Engineering, Automotive Electronics e Aftermarket), il lancio inoltre di prodotti innovativi come Call4U, dispositivo retrofit per la chiamata automatica di emergenza pensato per auto di vecchia generazione (pesca foto e video dalla gallery), e di servizi di mobilità intelligente come l'app per il car pooling SPLT (foto e video). Preoccupa tuttavia la campagna internazionale a sfavore del motore diesel, materia nella quale il Gruppo è in prima linea, e gli investimenti sul quale hanno portato a risultati eccezionali. "Perché abbandonare una tecnologia - sostiene Gerhard Dambach, ad di Bosch Italia - che ha compiuto progressi ecologici enormi, e che soprattutto ha ancora mercato? Per togliere corrente al diesel, questo è decisamente il momento peggiore".

ZERO EMISSIONI? A proposito di corrente: sull'auto elettrica, Dambach esprime tutte le sue perplessità. "Difficoltà nella ricarica, pubblica e privata, autonomia ancora insufficiente per i viaggi a lungo raggio, un grado di inquinamento che considerando l'intero ciclo vita di un modello è superiore a quello generato da un'auto a combustione interna. Sicuri, inoltre, che le materie prime per le batterie non esauriscano prima del previsto? Minerali come il litio non sono una risorsa eterna". C'è poi il problema dell'occupazione: "In Italia - spiega Dambach - non esistono fabbriche di componentistica per auto elettrica: sono a rischio 150 mila posti di lavoro. In Cina e in Scandinavia l'elettrico spopola? Sì, ma in buona parte grazie agli incentivi. Proprio in Cina, non appena lo Stato ha chiuso i rubinetti, il mercato si è fermato".

IN DIESEL WE TRUST Economia ed ecologia sono insomma dello stesso avviso: secondo Dambach, "è inutile affermare che siamo di fronte a un bivio, perché il bivio stesso non esiste". Viva il diesel, dunque, carburante per il quale i moderni propulsori adottano sistemi di filtraggio così sofisticati, che addirittura l'aria che esce dallo scarico contiene meno particolato e inquinanti dell’aria di aspirazione. "Dal grado di omologazione Euro 5 in avanti, il pm10 per il diesel non è più un problema. Lo stesso dicasi per le emissioni NOx: nel ciclo RDE, i diesel Bosch registrano valori anche 10 volte inferiori a quelli imposti dalla normativa europea".

DIESEL-SOLUZIONI Sotto alcuni aspetti, diesel anche più pulito della benzina, combustibile che emette il 15% in più di anidride carbonica, e soprattutto le cui polveri sottili sono ancor più insidiose. La soluzione? Lo svecchiamento del parco circolante. "Urgente - afferma Damach - è la necessità di sostituire i diesel Euro 0, Euro 1, Euro 2 ed Euro 3: un turnover di massa portebbe alla riduzione di emissioni di CO2 del 67%, di quelle di NOx del 90%, di pm10 del 96%". La politica e l'ideologia tirano da una parte, Bosch va avanti per la propria strada. Col rispetto dell'ambiente sempre in testa: entro il 2020, il Gruppo conta di neutralizzare la sua impronta di carbonio. Il ciclo di produzione, ma anche la vita utile dei suoi servizi.

VEDI ANCHE




Pubblicato da Lorenzo Centenari, 21/06/2019
Gallery
  • Gallery - immagine 2#
  • Gallery - immagine 3#
  • Gallery - immagine 4#
  • Gallery - immagine 5#
  • Gallery - immagine 6#
  • Gallery - immagine 7#
  • Gallery - immagine 8#
  • Gallery - immagine 9#
  • Gallery - immagine 10#
Vedi anche