Da un lato i carburanti tradizionali che aumentano di prezzo, con addirittura il metano che sfonda il muro dei due euro al chilo; dall'altro l'auto elettrica, da molti vista come la panacea di tutti i mali in tema di emissioni e inquinamento. Vera o falsa che sia quest'ultima diffusa credenza, l'elettrificazione totale sembra destinata a prendere il sopravvento su benzina e diesel, condannando a un prossimo oblio i motori tradizionali. Ma con sempre maggiore insistenza spuntano proposte per mantenere in servizio le vecchie glorie, partendo dalle esperienze nel motorsport.
Prodrive Hunter T1+, la sperimentazione sui carburanti rinnovabili passa per il motorsport
PER UNA DAKAR PIÙ SOSTENIBILE L'ultima a dire la sua è la Prodrive, team inglese di primissimo piano che ha dichiarato di voler prendere parte al prossimo Dakar rally alimentando le sue auto con combustibili sostenibili: adatti per sostituire direttamente i combustibili fossili anche nei veicoli di serie. Prodrive ha infatti investito gli ultimi otto mesi per sviluppare Prodrive ECOpower, un carburante sintetico messo a punto in collaborazione con la connazionale Coryton Advanced Fuels. I componenti principali sono ''biocarburanti di seconda generazione'', prodotti a partire da scarti agricoli, ed e-fuel sintetici ottenuti catturando carbonio dall'atmosfera. L'utilizzo dell'ECOpower ridurrebbe le emissioni di gas serra dell'80% rispetto alla benzina equivalente, dice il team britannico.
Prodrive ECOpower è un combustibile rinnovabile fatto miscelando biocarburanti ed e-fuel
SOLO GREEN WASHING? Una promessa realistica o stanno solo facendo quello che ultimamente si sente chiamare ''green washing'', ossia ambientalismo di facciata? Un interessante articolo dell'International Council on Clean Transportation (ICCT) è molto critico nei confronti dei carburanti sintetici. L'obiezione principale è che il processo per ottenerli è poco efficiente e spreca circa metà dell'energia rispetto a quella che si riesce effettivamente a immagazzinare nei combustibili prodotti. Inoltre è un processo dispendioso e non ci sarebbero elementi per sostenere che il costo del prodotto finale possa diventare in pochi anni competitivo, come credono le aziende coinvolte.
Bosch: una Volkswagen Golf impegnata nei test RDE con un analizzatore portatile di emissioni PEMS
CI CREDONO IN MOLTI Vero è che se ci fossimo basati sui costi e sull'efficienza delle prime batterie, l'auto elettrica sarebbe rimasta un fossile nella storia dell'automobile. Invece investimenti e ricerca le hanno aperto nuove chance. Prodrive non è né la prima né l'ultima a voler percorrere la strada dei carburanti sostenibili. A investire sul tema ci sono attori di primissimo piano: da Porsche alla Ducati, dalla Bosch fino allo stesso Circus della Formula 1. Prodotti con l'aiuto di energia rinnovabile, i carburanti sintetici sono rinnovabili anch'essi e ''possono rendere i motori a combustione neutri dal punto di vista della CO2'', dice Bosch (qui l'articolo in cui ne parlo), secondo cui ''oltre al vantaggio della riduzione delle emissioni, i carburanti sintetici consentono di ridurre praticamente a zero la produzione di fuliggine, con conseguente taglio dei costi delle tecnologie di trattamento dei gas di scarico''.
La F1 presenta la benzina del futuro
IL MOTORSPORT ATTACCA O DIFENDE? Visto che però, per il momento, il costo dei carburanti sintetici è elevatissimo, i primi a sperimentarlo sono i team e le aziende impegnate nel motorsport. ''Sono convinto che il motorsport debba assumere un ruolo guida nello sviluppo, nella prova e nella promozione di nuove tecnologie che possono aiutare ad affrontare il cambiamento climatico'', dice David Richards, presidente di Prodrive. ''Coprendo migliaia di miglia attraverso i terreni più difficili, la Dakar e il campionato mondiale Rally Cross Country FIA sono il contesto perfetto per mostrare i vantaggi della prossima generazione di combustibili sostenibili e dimostrare che possono essere utilizzati nei veicoli stradali per ridurre l'uso di combustibili fossili, pur offrendo le stesse prestazioni e la stessa autonomia''.
Porsche efuel: sarà collaudato nel campionato monomarca GT3 Cup 2021 e 2022
ALCUNI DEI BIG IN PARTITA Come Prodrive, anche Porsche sta collaudando un suo carburante sintetico nel campionato monomarca GT3 Cup. E solo una settimana fa Liberty Media, che detiene i diritti della Formula 1, ha annunciato l'arrivo di una benzina sintetica che ridurrà almeno del 65% l’anidride carbonica prodotta attualmente dalle power unit e ha il potenziale per ripulire i gas di scarico dei motori in tutti quei settori che faticano a convertirsi all’elettrico, come il trasporto aereo e navale. Solo una soluzione ponte verso il rinnovamento dei trasporti o la strenua difesa dello status quo? Molto sensibile al tema è anche Ducati, secondo cui una moto 100% elettrica non sarebbe in grado di garantire - attualmente - il piacere, l'autonomia, il peso e le aspettative di una Ducati. Ed essendo parte del gruppo Audi, proprio come Porsche, anche la Casa di Borgo Panigale starebbe lavorando ad altre soluzioni per ridurre o azzerare le emissioni: tra cui il famoso carburante sintetico.
Bosch: le soluzioni per ridurre le emissioni di CO2
A MONTE IL PROBLEMA PIÙ GRAVE Insomma, ferme restando le obiezioni di fondo, anche su questo fronte le ricerche vanno avanti e gli investimenti non mancano. A monte, però, c'è un discorso molto più ampio che condiziona tutte le valutazioni successive: il nocciolo della questione è che tutte le attività umane richiedono energia e questa energia va prodotta in qualche modo. Niente è a zero emissioni e la pretesa che un veicolo possa esserlo è ancora più irrealistica se per costruirlo e farlo funzionare si impiega energia non rinnovabile. E al di la delle dichiarazioni di chi è parte in commedia, solo una piccola percentuale dell'energia mondiale proviene da fonti rinnovabili: appena il 17% di quella impiegata dagli utenti finali, stando ai dati del report Renewables 2021 (che potete scaricare in pdf in fondo all'articolo). Finché l'energia di partenza non è pulita, qualunque cosa ci facciamo impatta sul clima: a maggior ragione se ce ne vuole tanta, come in tutti quei progetti che comportano enormi cambiamenti a industria e infrastrutture. Il difficile, con tanti interessi contrastanti in ballo, è capire dove stia il confine tra spreco e investimento.
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Renewables 2021 Global Status Report | 13278 Kb |