Un testo per chiarire la destinazione dei proventi delle sanzioni. Niente più autovelox utilizzati dai Comuni per "fare cassa"
BANCA DEI VELOX Chi non ha avvertito quel fastidio, quando vieni pizzicato da una telecamera semi-nascosta, malsegnalata, posizionata ad arte come per sorprenderti in difetto. Autovelox come dissuasori di velocità, oppure autovelox come "bancomat" dai quali le amministrazioni prelevano fondi extra? Per chissà quali servizi pubblici? Il dubbio amletico verrà fugato, almeno in parte. In dirittura d'arrivo è il decreto del ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti che disciplina non solo l'utilizzo e la manutenzione dei dispositivi, ma anche la destinazione dei proventi delle multe.
ECONOMIA CIRCOLARE Soffermiamoci in particolare sul tema del reinvestimento del denaro ricavato dalle sanzioni. In sostanza, come già si affermava in una risoluzione risalente al 2018, i proventi derivanti dall'accertamento delle violazioni dei limiti massimi di velocità attraverso l'impiego di apparecchi o di sistemi di rilevamento della velocità, oppure dispositivi o mezzi tecnici di controllo a distanza, andrebbero divisi al 50% tra l'ente proprietario della strada e l'ente accertatore. Tali somme dovrebbero poi essere impiegate per la manutenzione e messa in sicurezza delle strade stesse, comprese segnaletica e barriere. Agli enti locali verrà poi chiesto di trasmettere annualmente una relazione telematica ai ministeri delle Infrastrutture e dei Trasporti e dell'Interno, indicando l'ammontare dei proventi e gli interventi realizzati. In assenza della relazione, o con uso difforme delle risorse, gli importi spettanti verrebbero ridotti del 30%.
COUNTDOWN A quanto pare, lo schema di decreto era già pronto a gennaio 2019. Salvo poi rimanere lettera morta. Dal ministro Toninelli giunge ora la rassicurazione che la misura verrà introdotta entro il mese di maggio. Pene più severe per gli automobilisti, ma anche per la pubblica amministrazione se non compie il suo dovere. È par condicio.