''Nel primo trimestre 2023 sono stati installati 4.401 punti di ricarica in Italia (nuovo record), che portano il totale a quota 41.173'', leggo in un rapporto di Motus-E, la prima associazione italiana di operatori industriali, accademici e ambientalisti per promuovere la mobilità elettrica. È un quadro positivo quello dipinto dai loro report, che mostra come l'Italia stia cambiando per accogliere le auto a betterie volute dall'Europa. Ma che cosa vuol dire viaggiare oggi con un veicolo di questo tipo? Qual è il grado di maturità vero delle infrastrutture? La mia recente prova della nuova BMW iX1 elettrica (qui il mio diario di viaggio) mi ha offerto alcuni spunti di riflessione che vale la pena condividere.
BMW iX1 xDrive30 Msport, un momento del test drive
POCHI MA BUONI (CHILOWATT) La modalità di viaggio suggerita dalla stessa BMW è quella di ricaricare spesso e per brevi periodi, per rimanere nella fascia di carica in cui la batteria è in grado di immagazzinare energia più rapidamente. Quale sia la finestra ottimale, almeno delle batterie impiegate dalla BMW (ma i grafici degli altri costruttori sono simili), è illuminante. Come si vede dall'immagine qui sotto, nella curva del grafico più a destra, la massima potenza di ricarica e quindi la massima velocità si ottiene tra lo 0 e il 35% circa, con un'ulteriore fase piuttosto favorevole fino al 60%: punto oltre il quale la massima potenza assorbita si abbassa rapidamente e i tempi, di conseguenza, si allungano.
BMW iX1 xDrive30, prestazioni ed efficienza di ricarica
LA SITUAZIONE OTTIMALE Sfruttando la fascia ottimale, la BMW iX1 riesce a recuperare 120 km di autonomia in soli 10 minuti, a patto però di poter contare su colonnine che eroghino corrente continua a 130 kW di potenza. Al di là della scomodità di effettuare soste così frequenti (che sommati i tempi di ricarica a quelli per entrare e uscire dalla stazione di servizio fanno perdere almeno 20 minuti ogni volta) vale la pena vedere quante delle colonnine disponibili in Italia sono effettivamente in grado di nutrire così alla svelta le auto del futuro. Ora, dal 31/12/2022 a oggi sono installate 4.401 nuove colonnine, si è detto, che spostano leggermente le percentuali, ma il punto di partenza per i nostri calcoli può essere l'infografica qui sotto.
Stazioni di ricarica per auto elettriche al 31/12/2022: infografica di Motus-E
DOMANDA E OFFERTA Come si legge nella foto, alla fine dello scorso anno, appena il 7% delle stazioni di ricarica pubbliche avevano una potenza superiore ai 100 kW (e alla iX1 servirebbero da 130 kW, ma vabbé). Se anche tutte le colonnine installate nel 2023 fossero di quel tipo, la probabilità di averne una a disposizione al bisogno sarebbe di una su sei. In pratica, oggi, cinque colonnine su sei vi consentono solo una ricarica da lenta a lentissima, che per restituirvi quei 120 km richiede ore. Chiaro, la situazione sta rapidamente cambiando e quella che vi mostro oggi è una fotografia valida nell'immediato, ma che non sarà più tanto fedele se la rivedrete nei prossimi anni.
Tesla in ricarica ad Amsterdam, foto di Rick Govic su Unsplash
RAPIDA EVOLUZIONE Negli ultimi due anni i punti di ricarica in Italia sono raddoppiati e se il tasso di crescita sarà mantenuto (in realtà è probabile che acceleri) già nel 2025 le stazioni per la ricarica veloce potrebbero rappresentare quasi il 60% del totale. Questo per dire che oggi la scelta elettrica non è ancora per tutti, visto che propone oggettive complicazioni che nemmeno le app e i navigatori più intelligenti riescono a neutralizzare del tutto. Tuttavia i progressi nelle infrastrutture potrebbero presto cambiare le regole del gioco e fornire anche ai più elettro-scettici solide basi per rivedere le proprie posizioni. Del resto al 2030 mancano appena (o ancora, scegliete voi) 7 anni: Ernesto Carbone, stay tuned!
Fonte: Motus-E