Lo scorso luglio già la Francia aveva espresso parere contrario e ora tocca alla Repubblica Ceca opporsi alla proposta dell'Unione Europea di vietare la vendita di auto alimentate da carburanti tradizionali - benzina o diesel, ma anche tutti i tipi di ibrido - a partire dal 2035. Se la Francia vuole più tempo per monetizzare gli investimenti sulle motorizzazioni parzialmente elettrificate, il primo ministro ceco Andrej Babis è stato ancora più chiaro: ''Non è possibile. Non possiamo dettare qui ciò che i fanatici verdi hanno ideato al Parlamento europeo'', avrebbe detto, secondo quanto riportato da Bloomberg.
IL PESO DELLA REPUBBLICA CECA La presa di posizione della Repubblica Ceca ha un peso notevole, in quanto il Paese è uno dei più grandi costruttori di veicoli al mondo su base pro capite e nella seconda metà del prossimo anno è destinata ad assumere la presidenza dell'UE. Quasi un terzo dell'economia del paese si basa sull'industria automobilistica: oltre ai due stabilimenti Skoda, anche Hyundai e Toyota (anche lei critica nei confronti dell'elettrificazione selvaggia) hanno impianti in Repubblica Ceca e Babis lo dice a chiare lettere: ''Non saremo d'accordo con il divieto di vendere auto alimentate a combustibili fossili''.
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UNA QUESTIONE POLITICA Il Paese non è completamente contrario ai veicoli elettrici, infatti è favorevole a un'infrastruttura di ricarica, ma rifiuta di ''dorgare il mercato'' utilizzando le tasse dei contribuenti per sovvenzionare l'attuale produzione di BEV. Con questa presa di posizione, Babis intende giocarsi la rielezione il mese prossimo, dando priorità all'interesse nazionale rispetto alle politiche comunitarie. Vedremo presto se il resto del Paese sarà con lui o con l'Unione Europea e quali posizioni prenderanno le industrie locali.