Non solo autonomia e tempi di ricarica: una delle sfide che le auto elettriche devono affrontare è quella dei guidatori portatori di handicap, nei confronti dei quali non mancano problematiche di varia gravità. Questione di maturità, che passa per aspetti legislativi e amministrativi, ma anche infrastrutturali e di standardizzazione.
- Le contraddizioni della 104
- Il paradosso della potenza media
- L'adeguamento delle auto per disabili
- Il costo delle auto per disabili
- I difetti delle infrastrutture
- La ricarica in garage
- La pianificazione delle ricariche in viaggio
- Un potenziale vantaggio delle elettriche
Un'auto elettrica in ricarica da una colonnina pubblica
LE CONTRADDIZIONI DELLA “104”
In Italia, per fare un esempio, la legge 104 ha incluso le auto elettriche tra i veicoli con tassazione ridotta solo nel 2020. E non certo senza qualche contraddizione. Una su tutte, il tetto all'agevolazione fiscale basato sulla potenza anziché sulla cilindrata, come invece accade per le auto a motore termico. Vero, le elettriche non hanno cilidrata, ma meglio sarebbe stato trovare un criterio unico per tutti i veicoli. Altrimenti le situazioni paradossali sono dietro l'angolo. Va detto che la tassazione agevolata con l'IVA al 4% si applica anche a parti, ricambi e accessori propri delle apparecchiature che sopperiscono al problema del disabile, abbassando i costi di adattamento del veicolo: non si applica invece a un'eventuale wallbox per la ricarica domestica, che paga l'IVA tradizionale.
IL PARADOSSO DELLA POTENZA
La legge ammette a godere dell'IVA al 4% invece che al 22% le auto “di cilindrata fino a 2.000 centimetri cubici se con motore a benzina o ibrido, a 2.800 centimetri cubici se con motore diesel o ibrido e di potenza non superiore a 150 kW se con motore elettrico”. Risultato: un'Alpine A110S, coupé a 2 posti da 1.800 cc con quasi 300 CV, rientra tra gli acquisti agevolati, e con essa anche la Honda Civic Type R da 320 CV e la Mercedes-AMG Classe A 45 S da 421 CV. Non rientra nella 104 una spaziosa Tesla Model Y Long Range, che potrebbe ben più agevolmente ospitare una carrozzina, visto che a libretto indica 153 kW. Ma non basta. Per la legge, la potenza che conta è quella indicata sulla Carta di Circolazione - il famoso ''libretto'' - che nel caso delle auto elettriche non è la potenza massima espressa dal (o dai) motori, bensì la potenza media erogata in un arco di tempo di 30 minuti. Questo perché la prestazione dipende anche dalla capacità delle batterie di sostenerla. Se da un lato la potenza media è significativamente più bassa di quella massima dei motori, il dato della ''potenza elettrica a 30 minuti'' non è sempre facile da trovare nelle brochure dei concessionari e alcuni venditori non sono preparati a fornirla. Il che rende la scelta dell'auto più complicata.
E-GMP: le batterie integrate nel pianale
L'ADATTAMENTO DELLE AUTO PER DISABILI
Le auto elettriche sarebbero poi più complesse di quelle tradizionali da attrezzare con le dotazioni necessarie, come sistemi di sterzo, frenata e acceleratore elettronici con joystick che sostituiscono pedali e volante. ''La principale sfida nella conversione di un veicolo per conducenti disabili è il collegamento dell'auto con la nostra attrezzatura'', dice Grant Harbour, CEO di Steering Developments. Ogni veicolo è impostato in modo diverso, e ciò complica le operazioni, che per questioni di sicurezza possono iniziare solo dopo aver scollegato la batteria principale. E con le batterie integrate nel pianale, non si possono fare fori né saldature per fissare le varie componenti: “Devono essere utilizzati supporti realizzati ad hoc, che allungano i tempi e aumentano i costi. Come anche quelli necessari per la formazione degli addetti''.
IL COSTO DELLE AUTO PER DISABILI
I costi maggiorati si ripercuotono su una clientela già più debole. “Molte persone disabili hanno un reddito più basso”, sottolinea Rachael Badger dell'ente benefico Motability: quindi il significativo divario che tuttora esiste tra i veicoli a motore termico e gli elettrici può essere un elemento fortemente discriminante. Soprattutto perché tipicamente un certo tipo di utenza ha bisogno di maggiore spazio a bordo per caricare la sedia a rotelle e ciò indirizza la scelta su modelli più grandi e intrinsecamente più costosi.
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I DIFETTI DELLE INFRASTRUTTURE
Alcune ricerche condotte dal National Transport Design Center dell'Università di Coventry, Inghilterra, hanno messo in luce che con la spinta all'elettrificazione le persone disabili potrebbero risultare svantaggiate anche nell'uso delle infrastrutture. Sebbene gli operatori insistano sul fatto che la progettazione dei punti di ricarica pubblici sia già condotta con grande attenzione per tutte le categorie di automobilisti, a volte lo spazio attorno alle colonnine non è sufficiente per muoversi agilmente con le sedie a rotelle. Le attrezzature di ricarica possono poi essere pesanti o difficili da gestire in presenza di limitazioni fisiche. Anche per via dell'altezza a cui sono posti alcuni schermi per il controllo e il pagamento delle colonnine. Non è un caso se in Inghilterra il governo intende intervenire in tal senso, secondo le indicazioni di Motability, del Dipartimento dei trasporti e del British Standards Institute (BSI). Problemi che, a ben guardare, coinvolgono anche tante stazioni di servizio tradizionali: per le quali, però, c'è spesso l'alternativa del servizio, mentre la ricarica degli EV è, per ora, solo self service.
LA RICARICA IN GARAGE
Anche nel privato possono esserci problematiche di spazio quando si voglia installare una stazione di ricarica nel garage di casa. Specie in condominio, dove spesso le misure dei box sono risicate ed è difficile ottimizzare contemporaneamente la via d'accesso al posto di guida e quella tra la wallbox e la presa di ricarica del veicolo.
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LA PIANIFICAZIONE DELLE RICARICHE IN VIAGGIO
Se chiunque guidi un'auto elettrica è costretto a un'attenta pianificazione delle soste per la ricarica negli spostamenti a lungo raggio, l'ansia da autonomia è un problema che l'utenza diversamente abile avverte in modo particolare. Intanto perché la percorrenza reale del veicolo può risentire del peso delle attrezzature necessarie per salire e scendere dall'auto come montacarichi o ascensori. Inoltre la pianificazione dei viaggi richiede attenzioni particolari: prevedendo punti di ristoro e bagni pubblici opportunamente predisposti per l'accoglienza.
IL VANTAGGIO DELLE AUTO ELETTRICHE
Tanti vincoli, ma anche un potenziale vantaggio: le auto elettriche, con le loro batterie, potrebbero alimentare i montacarichi per far salire e scendere i disabili in modo più facile e diretto delle auto a combustione. Che invece possono dover effettuare queste operazioni a motore acceso. Quindi se i costruttori inizieranno a predisporre gli EV per un agevole montaggio delle dotazioni accessorie, tramite sistemi standardizzati, il loro impiego potrebbe anche risultare facilitato. Un passo necessario in nome della civiltà e dell'inclusione sociale.