''Nessuno negli Stati Uniti vuole davvero comprare un'auto elettrica'', ha titolato di recente il famoso sito americano Jalopnik, e molta della stampa specializzata d'Oltreoceano sembra andargli dietro. ''La maggior parte degli Americani non vuole un'auto elettrica e molti acquirenti di EV tornano alle auto a benzina'', scrive Business Insider, mentre The Truth About Cars si chiede se l'incremento degli EV invenduti sia la prova che nessuno li vuole. Titoli a effetto, a cui un recente sondaggio condotto negli USA da Yahoo Finance e Ipsos replica a suon di numeri. Secondo il sondaggio, il 57% degli intervistati non vuole acquistare una EV come prossima automobile. Qualcuno magari pensava a un plebiscito a favore dell'elettrificazione in relazione alla continua e asfissiante battaglia ideologica condotta nel nostro Continente contro il motore a combustione, in favore del motore elettrico. Altri magari contavano su un rifiuto più netto. E invece il sondaggio restituisce il quadro di un Paese spaccato in due, con un pareggio che non sembra troppo distante.
Statua della Libertà, New York - Foto di Gautam Krishnan su Unsplash
LAND OF THE FREE Terzo paese del Pianeta per grandezza, attraversato da 9 fusi orari da Atlantico a Pacifico, abitato da 330 milioni di persone plasmate dal mito della Land of freedom and opportunities, gli Stati Uniti d'America sono un Paese in cui l'automobile non è solo espressione di libertà, ma anche mezzo di trasporto necessario agli spostamenti dei cittadini. Spostamenti che in molti casi avvengono su lunghe distanze: molto più che da noi. Non di meno l'argomento rimane aperto. Andando nel dettaglio del sondaggio, il 36% si è detto totalmente contrario all'idea di acquistare un veicolo elettrico; il 21% ha detto che è improbabile, mentre solo il resto del campione ha considerato possibile il passaggio a un'elettrica. Ne sì, ne no, insomma. Ma si parla del 43%, che non è poco. I dubbi che affliggono i cittadini americani sono gli stessi di noi europei: scarsa autonomia, prezzo di acquisto elevato, infrastruttura di ricarica insufficiente. E attenzione, perché tra gli intervistati è anche emersa un'importante distanza tra i sostenitori del Partito Democratico e Repubblicano. La scelta, insomma, avrebbe anche una valenza politica (e viceversa). Il 41% dei primi si è detto ''curioso'' di approfondire il tema della mobilità elettrica, contro solo il 17% dei secondi.
In USA il tema della ricarica è molto divisivo
NON TUTTI RESTANO CON L'ELETTRICO L'analisi suggerisce un altro risultato particolarmente interessante: il tasso di ''lealtà''. Questo mostra quanto un'automobilista si sia affezionato a una EV. Nel mercato generalista, solo il 52,1% degli attuali proprietari di automobili elettriche ne acquisterebbe un'altra. Per logica, l'altra metà tornerà a un'automobile con motore a combustione interna. L'unica che mantiene un tasso di fidelizzazione elevatissimo è Tesla, forte della rete di ricarica Supercharger che è probabilmente la migliore del pianeta. Fatto sta che ben il 76,7% dei ''teslari'' ne comprerà un'altra. Per fare un confronto con altri marchi europei, Porsche e BMW (quando si tratta di elettriche) hanno un tasso di ''lealtà'' rispettivamente del 36,8% e 45,9%. Sono dati che di certo non proclamano la fine delle auto elettriche, visto che la loro vendita negli USA continua a crescere e raggiungerà probabilmente il milione di unità entro fine anno. Casomai, certificano quanto le due tecnologie possano convivere ed essere scelte a seconda delle reali necessità di utilizzo del singolo utente.
Anche in Europa il mercato delle EV è in stallo
TUTTO È RELATIVO Se il 57% degli americani non comprerebbe un EV, è vero anche che il 43% starebbe, al contrario, valutandone l'acquisto per il prossimo futuro. Non è per ora dato sapere se i due schieramenti siano destinati a fronteggiarsi strenuamente e a oltranza, o piuttosto se la parte più ostile sia destinata a capitolare, dandogli il tempo di abituarsi e dando alle infrastrutture il tempo di maturare. Certo è che la California non è gli Stati Uniti d'America, come la Norvegia non è l'Europa e Milano non è l'Italia. La retorica scarsa porta sempre a considerare esempi ''virtuosi'' (in relazione a chi e a cosa?) di aree geografiche particolarmente performanti quando si parla della transizione energetica. Beh, in Norvegia è certamente vero che Oslo ha una percentuale elevatissima di automobili elettriche, ma è altrettanto vero che l'intero Paese scandinavo ha la metà degli abitanti della Lombardia e una superficie superiore a quella dell'intero Stato italiano. Così come la California (Stato più ricco degli USA) non rappresenta un buon dato per un'analisi ampia sull'intera nazione. Differenze geografiche a parte, è giusto che tutti siano obbligati a dover rispettare tempi e modi di una mobilità che imporrebbe una riorganizzazione completa delle abitudini di lavoro e viaggio, se prevedono l'utilizzo di un'automobile?
La battaglia ideologica contro l'auto con motore a combustione non sembra convincere gli automobilisti
IL TEMPO È DENARO Il tempo è l'unica risorsa non rinnovabile. Ineluttabile, scorre senza poterlo contrastare. Perché quindi doverlo perdere per ricaricare un'automobile elettrica quando è possibile fare carburante in minor tempo e viaggiare più a lungo? La sostenibilità è consumare di meno, non ricaricare alle colonnine... di più. L'automobile ai primi del Novecento era prevalentemente elettrica e alcuni modelli europei riuscivano a percorrere con una carica la Milano-Torino. Non è un pessimo risultato, anzi, è formidabile pensare quanto fosse promettente una mobilità a zero emissioni. Tuttavia, questa tecnologia non si è affermata per le stesse incertezze di cui stiamo discutendo oggi: autonomia, tempi di ricarica. Così ha iniziato a sostituirsi il motore a combustione, che ha surclassato quello elettrico. Perché di solito una nuova tecnologia s'impone su una già esistente sostituendola, ma solo se migliore. Allo stato attuale, non sembra il caso dell'automobile elettrica. Si tratta di una sostituzione imposta, ideologica e frettolosa. Quasi come se si fosse deciso di mettere a tacere un senso di responsabilità attorno all'enorme tema del cambiamento climatico. Considerandoci colpevoli (noi europei, s'intende) trovando una causa (l'automobile con motore a combustione) e offrendo una soluzione (l'automobile elettrica). L'unica speranza è che si cerchi il compromesso tecnologico che significa convivenza delle due soluzioni e possibilità di scelta per il consumatore. Il dibattito è più aperto che mai.
Fonti: Business Insider; CarScoops; The truth about cars; Jalopnik