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Auto elettriche: senza incentivi, -35% in Germania


Avatar di Tommaso Marcoli, il 09/10/23

1 anno fa - Senza incentivi le auto elettriche crollano persino in Germania: -35%

Auto elettriche Germania: senza incentivi crollano le vendite
Crisi BEV, senza incentivi crollano le vendite di auto elettriche persino nella ricca Germania: -35% a settembre. Agosto? Peggio

Incentivi finiti: crollo delle auto elettriche. Così in Italia. (settembre: -2,3%), così in Europa, verrebbe da dire, visti i risultati pubblicati in Germania. Il Paese più ricco e influente del Continente segna un pesantissimo -35% sul totale delle immatricolazioni. Su 224.502 automobili vendute, 47.097 sono state elettriche. E attenzione, perché osservando i dati tra agosto e settembre, il calo raggiunge il -63%. Come si spiega questa sconfitta? Semplice, perché coincide con la fine degli incentivi statali offerti dal Governo tedesco. Uno scenario che apre riflessioni attorno alla mobilità elettrica, e all'effettivo interesse che ancora oggi (non) riesce fino in fondo a suscitare.

SENZA INCENTIVI, NIENTE ELETTRICHE La considerazione è quindi logica: senza incentivi, non si vendono automobili elettriche. Ed è anche stucchevole continuare a ricercare cause esogene (mancanza di colonnine, ad esempio) quando, più semplicemente, i Cittadini non sembrano essere stati totalmente soddisfatti da questa ''promettente'' alternativa di mobilità. Leggere i dati aiuta a comprendere meglio la portata del fenomeno, se persino Tesla ha subito una perdita del 69% rispetto a settembre 2022. Considerando la consapevolezza e la stima che il marchio suscita e ha saputo guadagnarsi tra i consumatori, questo crollo equivarrebbe a immaginarsi un declino di quasi il 70% della vendita di Iphone da un anno all'altro

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SCONFITTA CINESE I dati per marca fanno rabbrividire: Smart: -72%; Polestar: -32%. Sono veri e propri tonfi di mercato, difficilmente imputabili ad altro se non alla precisa volontà dei consumatori di non scegliere l'elettrico. I numeri non mentono mai: il calo riguarda solo le elettriche, mentre i modelli a combustione interna vanno a gonfie vele: Peugeot fa segnare +58%; Citroen +41%; Seat +36%; Volvo +36%. Persino i marchi premium hanno registrato un incremento nelle vendite con Bmw che cresce del 7,7%, Mercedes del 5,3% e Audi del 4,9%. Ma sono soprattutto i recenti marchi cinesi (che sembrano essere pronti a un'offensiva preoccupante) ad aver realmente subito una battuta d'arresto clamorosa. Byd a settembre 2023 ha immatricolato il 90% in meno di automobili rispetto a settembre 2022. Nio, marchio cinese che sta sperimentando il ''battery swap'', ha immatricolato ad agosto soltanto 80 vetture. Siamo su valori prossimi al -80% rispetto all'anno precedente. 

QUALE FUTURO Sono condizioni di mercato inedite, sorprendenti, sconosciute. La ''necessità'' di promuovere a qualsiasi costo una forma di mobilità considerata ''sostenibile'' sta scontrandosi con l'incertezza finanziaria dei Cittadini e l'evidente immaturità del trasporto elettrico. Che, seppure certamente migliorato, non riesce ancora a competere con la semplicità e l'immediatezza di utilizzo e rifornimento di un motore a combustione. Una battuta d'arresto momentanea? Forse, ma è chiaro che spingere il mercato nella direzione voluta dalle alte sfere dell'Unione ha il suo prezzo.


Pubblicato da Tommaso Marcoli, 09/10/2023
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