Quanti volanti impugnati, quanti chilometri percorsi su e giù per lo stivale, e non solo: cercando di fare un piccolo bilancio dell’anno che si va a chiudere, scopro che nel 2022 ho guidato 20 auto diverse, di tutti i tipi (alcune anche più di una volta, come Mazda CX-60, ma questo non conta). Di queste, ben 11 sono SUV, ossia il 55% del totale. Ingegnere fin nel midollo, appassionato di cifre e numeri, mi fiondo a controllare la percentuale di mercato dei SUV in Italia, e con mio enorme stupore scopro che è pari al 54,6% (dati UNRAE novembre 2022). Coincidenze? Cosa vuol dire tutto questo? Assolutamente nulla, solo che tra le mie auto dell’anno c’è anche un SUV.
SUV
Alfa Romeo Stelvio Estrema: SUV sportivo da 280 CV
Tra i tanti che ho guidato, i contendenti per la nomination sono sicuramente la possente Audi Q5 in versione PHEV, ma anche la nuovissima Mazda CX-60 plug-in, che mi è piaciuta un sacco per stile e carattere. Da grande appassionato di auto elettriche quale sono, ammetto poi la tentazione di far salire sul gradino più alto del podio Tesla Model Y, che ho guidato sia nella versione Long Range che nella più sportiva Performance. Eppure, se devo ascoltare il cuore e ripensare al SUV che mi ha lasciato i ricordi più piacevoli, la scelta cade senza neppure un istante di esitazione sullaAlfa Romeo Stelvio Estrema. Un’auto che racchiude al suo interno tutto il DNA delle sportive di Arese, ma il cui miglior pregio è riuscire a trasmettere il piacere e la gioia della guida sportiva a tutti, anche ai comuni automobilisti come me.
BERLINE
Prova video di Mercedes EQS 580 4Matic, ammiraglia elettrica tedesca
Sono praticamente l’ultimo fan rimasto delle tre volumi, qui in redazione. Anche se, a guardare i dati di vendita, forse anche fuori. Due sono le berline che mi hanno scarrozzato quest’anno, la DS 9 Rivoli+ e Mercedes EQS: particolare curioso assai, sono andato fino a Nizza (passando per Montecarlo) con entrambe. Entrambe a loro modo inarrivabili, ovviamente, ma se facciamo il gioco dei soldi infiniti non posso non premiare la tedesca, che vince a mani basse qualunque sfida: è elettrica, silenziosissima e docile, ma pronta ad agguantare la strada non appena schiacci il piede sull’acceleratore. Una vera astronave piena zeppa di tecnologia, confortevole in maniera quasi esagerata, sfacciata e lussuosa come e più della francese (ma meno pacchiana). E l’hyperscreen MBUX vale da solo il prezzo del biglietto.
UTILITARIE
Prova speciale R5: il colore è originale
Anche qui la scelta non mancherebbe, dalle due Mazda2 (quella originale e la gemella della Yaris) alla nuova Volkswagen Polo passando per Skoda Fabia, che mi è piaciuta di più della cugina tedesca. Ma in questo segmento la più divertente che ho guidato quest’anno è la piccola Renault 5. Proprio lei, quella del 1972, con il primissimo logo Renault all’anteriore, il quattro cilindri da 782 cc e 36 CV di potenza, il cambio in alto e il volante senza servosterzo. Un indimenticabile tuffo nella storia dell’automobile, a spasso tra le campagne fuori Parigi, per celebrare i cinquant’anni della R5, ma soprattutto per ricordarsi da dove siamo partiti, e apprezzare fin dove siamo arrivati (e dove arriveremo). Se volete, qui c’è il racconto di quell’indimenticabile esperienza.