I veicoli immatricolati in un altro Paese possono circolare in Italia solo un anno. Senza nuova registrazione, multa da 335 euro
EDITTO BULGARO Circolare in territorio italiano con un'auto a targa bulgara, tedesca, rumena e così via. Nella speranza di sottrarsi a controlli fiscali, multe per eccesso di velocità, insomma per risultare invisibili ai radar di Polizia e Guardia di Finanza. Il fenomeno è diffuso, ma anche assai rischioso. Se infatti un veicolo immatricolato all'estero non viene entro un anno nuovamente registrato in Italia, ecco scattare la sanzione. Che va da 84 a 335 euro, mica bruscolini.
VISTO SCADUTO Già lo prevede il Codice della Strada, articolo 132, comma 1: "Gli autoveicoli, i motoveicoli e i rimorchi immatricolati in uno Stato estero (...) sono ammessi a circolare in Italia per la durata massima di un anno, in base al certificato di immatricolazione dello Stato di origine". A richiamare all'attenzione il tema è ora anche la sentenza del Giudice di Pace di Pavullo nel Frignano, provincia di Modena. Un automobilista comunitario, stabilmente residente in Italia, si è visto confermare la sanzione inflittagli dai Carabinieri per mancata reimmatricolazione di un'auto rumena intestata alla madre (peraltro sprovvista di patente di guida), al volante della quale era stato sorpreso per tre volte nell'arco di dieci anni.
LA REGOLA DEL TRE Nella sentenza N. 265 del 20 dicembre 2017, il Gdp di Pavullo avrebbe stabilito come, a far scattare la multa per mancata reimmatricolazione con targa italiana di un veicolo straniero, sia sufficiente che un automobilista venga pizzicato nel nostro Paese al volante dello stesso mezzo per tre volte, in un lasso di tempo superiore ai sei mesi. Chi guida perciò auto "esotiche", e non si uniforma alla Legge, sappia che lo fa a suo rischio e pericolo.