Uber ha subito un attacco hacker nel 2016 in cui sono stati trafugati milioni di dati e contatti. L'azienda ha pagato un riscatto
PIRATI 57 milioni di utenti Uber sono stati vittime di un attacco hacker da parte di ignoti nel corso del 2016, vedendo tutti i loro dati sensibili – carte di credito escluse – rubati e trafugati. L'azienda californiana, venuta a conoscenza a ottobre dello scorso anno del fattaccio, si è attivata per ricomprare i dati sottratti, arrivando a pagare un riscatto di 100.000 dollari.
IGNOTI Joe Sullivan, all'epoca capo della sicurezza interna di Uber, ha avviato – a quanto si apprende da Bloomberg – una trattativa con gli hacker per recuperare i dati e far sì che, dietro il pagamento di 100.000 dollari, cancellassero quelli in loro possesso. Travis Kalancik, co-fondatore della società e cacciato a giugno di quest'anno, appena saputo il fattaccio ha licenziato immediatamente Sullivan, tenendo nascosto ai media quanto successo.
IN PASSATO Era già capitato che Uber tenesse nascosto un fatto simile. Nel 2016, per un fatto analogo, l'azienda è stata condannata al pagamento di 20.000 dollari di multa. Sono almeno 5 le indagini avviate da diversi dipartimenti di giustizia americani contro Uber, e di certo quanto avvenuto ora non serve a rasserenare gli animi.