Difficile trattenere commenti al limite della "licenza poetica" davanti alle prime immagini di questa Ford. D'altro canto di fronte a 440 CV, cacciati sotto una carrozzeria mozzafiato e col contorno di innumerevoli componenti racing è dura restare insensibili
HAPPY BIRTHDAY L’occasione è di quelle che vanno festeggiate in grande stile: la Mustang, autentica icona della auto sportiva americana, compie 40 anni tondi tondi. Per celebrare degnamente il suo ingresso negli "anta", la Ford non si è limitata al remake della Mustang di produzione, che a gennaio è stata una tra le regine di Detroit. I vertici della Casa dell’ovale hanno infatti dato l’ok per la realizzazione di una ipervitaminizzata concept celebrativa che debutta in questi giorni al Salone di New York.
DALTONISMO? Il suo nome è GT-R e già a partire dal colore fa di tutto per finire sotto i riflettori. La carrozzeria richiama infatti quella delle "Yellow Mustangs" Trans-Am che correvano nel 1970. Ora resta da capire perché la Ford definisca "bright Valencia Orange" (e quindi arancione) qualcosa che deve rievocare un giallo ma tant’è… Comunque lo si voglia chiamare, questo giallo-arancio, sapientemente alternato al nero, al carbonio a vista e al metallo naturale fa tutto quello che deve. E cioè mozza il fiato.
A BOCCA APERTA La GT-R porta alle estreme conseguenze l’indole sportiva che alberga in ogni Mustang, tanto che a mezza voce si ipotizza per lei un possibile futuro corsaiolo. Da qualsiasi lato la si guardi si fa una maledetta fatica a tenere le labbra incollate e a non farsi sfuggire qualche colorita parolina di stupore. Scherzi del destino, anche la GT-R ha la bocca ben spalancata. Nel suo enorme paraurti, paffuto come un gommone, si apre una presa d’aria di dimensioni non comuni. Questa fa il paio con la mascherina, costituita da una rete leggerissima che lascia in bella vista due ventoloni di raffreddamento.
MAGGIORATA A fare da coperchio al vano motore c’è un cofano così arcuato e ingobbito che sembra stentare a contenere la meccanica nella sua sede. Non meno suggestivi sono i minuscoli faretti e, poco più indietro, i larghissimi passaruota. Sotto di loro trovano posto quattro pneumatici slick Pirelli da 20 pollici con misure che fanno della GT-R una vera maggiorata: 275/35 davanti e 315/30 dietro.
FURIA ALATA Per il resto è impossibile non soffermarsi almeno un attimo sui molti dettagli racing. Si va dai terminali di scarico in acciaio inox che spuntano a due a due lungo le fiancate, al bocchettone di rifornimento, dalle minigonne orlate in carbonio all’enorme ala posteriore che sembra strappata dalla carlinga di un Piper. Quanto basta, insomma, per far aumentare la salivazione anche ai più raffinati intenditori.
MONOPOSTO Pure l’abitacolo è degno di una vera auto da corsa. Un solo sedile Sparco con guscio in fibra di carbonio e con cinture di sicurezza a sei attacchi fa bella mostra dentro una gabbia di sicurezza realizzata con tuboni oversize. Di finestrini e di rivestimenti neanche a parlarne. Il tunnel centrale è in metallo verniciato e ospita una leva del cambio dal disegno tanto lineare da assomigliare a uno sturalavandino.
SEMBRA FACILE… La plancia è a sua volta in fibra di carbonio, movimentata da una fila di interruttori e da due soli piccoli strumenti circolari: un manometro dell’olio e un voltmetro. La semplicità della Mustang GT-R è però solo apparente. Tutte le informazioni residue vengono infatti visualizzate sui display del volante che, quanto a complessità, ha ben poco da invidiare anche a quelli di Formula 1.
YANKEE STYLE Un capitolo a parte lo merita il motore "Cammer", cuore e anima della GT-R. Il suo schema è un grande classico del Made in USA: un V8 aspirato da ben cinque litri di cilindrata. Realizzato interamente in alluminio dalla Ford Racing Performance Parts, questo V8 eroga 440 CV alla bellezza di 7000 giri mentre la coppia massima è di 542 Nm a 5500 giri. Il tutto viene trasmesso sulle ruote posteriori attraverso un cambio manuale a sei marce Ford-Tremec. Per il momento non è noto quali siano le prestazioni della Mustang GT-R ma c’è da scommettere che al suo cospetto anche le più accreditate sportive sentano tremare le ruote per timore reverenziale.