L'ibrida Toyota, complice la nuova mania a stelle e strisce per le auto risparmiose, sovverte regole, usanze e formule che governano il mercato. Anche dell'usato. Al punto che una Prius costa più da vecchia che da nuova.
ADAM LO DICEVA Se la domanda supera l'offerta i prezzi salgono. Non serve aver frequentato un Master in Business Administration per capire che Adam Smith aveva ragione da vendere. La regoletta va bene per quasi tutti i mercati e anche il mondo automotive ha fornito nel corso degli anni numerosi esempi concreti: dai contratti delle Ferrari F40 di fine Anni 80, rivenduti a cifre milionarie appena varcato il cancello di Maranello, alle auto oggi di moda, in pronta consegna ma a prezzo maggiorato (vedi Fiat 500 fino a qualche mese fa e Nissan GT-R in Usa e Regno Unito).
PRIUS LO CONFERMA Fin qui tutto normale, ma che una tranquillissima auto giapponese costi più da usata che da nuova non si era ancora visto. Accade, negli States, e non si tratta di un'esotica Supercar. A scatenare la corsa all'acquisto questa volta è la Prius, l'auto-icona della tecnologia ibrida, venduta nel corso della sua vita in oltre un milione di esemplari intorno al mondo.
RIALZO CONTINUO Secondo Power Information Network, in California, un esemplare del 2008 con sei mesi di vita si vende a 27,945$, 1300 in più del prezzo di listino del nuovo. Anche andando indietro fino al 2007 non si scappa. Nonostante si tratti di esemplari oltre l'anno di vita e con oltre 30.000 km sul groppone, gli americani sono disposti a pagarla solo 270$ in meno di una nuova, pur di averla subito.
RAVVEDIMENTI IMPROVVISI La nuova star del firmamento fuel saving conosce al quinto anno di vita un successo a scoppio ritardato che sa di rivincita. Proprio nella patria dei Suv e delle auto assetate, oramai in via d'estinzione come i dinosauri. I motivi dell'improvvisa popolarità della giappo-ibrida sono presto detti. L'automobilista medio americano, abituato a non preoccuparsi del prezzo del carburante, ha cambiato mentalità.
AUMENTI GARANTITI Improvvisamente, con il raddoppio del prezzo al gallone negli ultimi 3 anni, i 20 km/litro promessi dall'auto ibrida diventano motivo di interesse. Peccato che allo stesso tempo, Toyota alzi il prezzo di listino del "nuovo" del 2,2% (le materie prime costano di più). Senza riuscire a stare dietro alla domanda in continua impennata.
IN CINQUE GIORNI SE NE VA Sul record di valutazione della Prius influisce anche la lunga attesa per averne una nuova e l'impossibilità o quasi di trovarne pronte nel piazzale dei concessionari (come sono abituati in America). La Toyota ibrida sarebbe l'auto con il minor periodo di "giacenza" nei cortili dei dealer: massimo 5 giorni prima di trovare un cliente. Colori e optional non sono argomenti decisivi per la vendita. La stessa Toyota avrebbe invitato i concessionari a non speculare sul prezzo, perchè il fenomeno influirebbe poi sulla customer satisfaction. Mentre corrono voci di "felici possessori" richiamati da venditori che offrono loro il prezzo di listino del "nuovo" in cambio del ritiro dell'usato.
SPECULAZIONI E pensare che solo un anno fa Toyota offriva la possibilità di avere discreti sconti per accompagnare le vendite della piccola ibrida. La Casa giapponese tranquillizza gli americani con business-plan futuri: ha annunciato che dal 2010 costruirà la Prius anche sul suolo a stelle e strisce, Blue Spring Mississipi, facendola diventare americana come una torta di mele. Ma anche le Big Three americane, con utili e vendite di pick-up e Suv in picchiata, hanno annunciato future riconversioni di stabilimenti per la produzione di piccole utilitarie.
FUTURES La quotazione in rialzo della Prius sul mercato nordamericano è un fenomeno difficilmente prevedibile nella sua durata. Altre ibride arriveranno. E, magari, ha ragione proprio chi, intervenendo sul blog di una famosa rivista americana, prende in giro la mania pro-ibrida sostenendo che con la sua Skoda Fabia diesel riesce a fare economie maggiori. Oppure chi addebita il successo alla mancanza di auto economiche negli States. Nel frattempo, gli americani pagano di più per consumare meno. Chi l'avrebbe mai detto nella patria delle Muscle Car?