Tre prototipi per giocherellare con le auto di serie. Prendere cioè un modello regolarmente in commercio e trasformarlo, crearne la versione futureggiante, insomma estremizzarlo. Lo ha fatto Hyundai, al recente Motor Show di Seoul, con tre prototipi dalla faccia nota. E dal nome criptico.
Il primo esercizio di stile prende la Coupe e la incattivisce. Lo spirito aggressivo si traduce in una presa d’aria sovradimensionata, in punta di muso, nuovi gruppi ottici scavati nella carrozzeria, carreggiata larga, cerchi a cinque razze e alettone che vivacizza la coda senza pensarci su troppo. Nome: Hyundai Coupe Aero Concept. Nessuna dritta sul propulsore, forse per non distrarre dall’aspetto esterno.
Si fa "Mountaineer" invece la Santa Fe, dando vita al colpo di matita numero due. Una SUV gonfiata, allargata, alzata ulteriormente da terra. Le onde californiane che ne hanno sancito il successo commerciale, diventano più massicce, il look si avvicina agli Sport Utility che affollano le strade d’oltreoceano, le proporzioni crescono. La principale news salta subito all’occhio. Una calandra dalle dimensioni imponenti, incorniciata di cromo, spalleggiata da gruppi ottici verticali che seguono l’andamento delle fiancate. Sotto, due bocche d’areazione aggiuntive a completare il profilo inferiore.
Quindi montanti che si tendono fino a rialzare le barre del tetto, due specchi laterali nuovi nuovi, con un occhio al coefficiente di penetrazione e uno all’appeal (frecce incastonate nello scheletro interno e doppio traliccio a formar la struttura), parafanghi allargati e modanature a contrastare le fiancate. Il tutto per infiocchettare fior di novità telematiche sviluppate in collaborazione con IBM, tra comandi rigorosamente vocali e dispositivi per rendere la guida più sicura e confortevole.
Chiude il trittico una concept già meno "borghese". La "HIC", così si chiama, ossia High-Tecnology Intelligence Coupe. Basata sì sulla piattaforma della XG, ma di tutt’altro aspetto. Equipaggiata con un V6 di 3.5 litri, trattasi di due porte bassa e larga, priva di spigoli, molto avveniristica. Tra le diavolerie elettroniche, il sistema che monitora costantemente la distanza di sicurezza, telecamere sparse in ogni dove che sostituiscono gli atavici specchi retrovisori e consentono al conducente di vedere perfettamente i quattro lati dell’auto.