In Italia non hanno mai aperto la breccia nel cuore degli appassionati come negli States ma nonostante la relativa semplicità della gara in sé, dietro ai Top Fuel c’è un mondo di tecnica.
ITALIANI RAFFINATI Il buon gusto italiano è noto in tutto il mondo. Da quello che mangiamo, a come ci vestiamo, passando per i gusti in fatto di donne, siamo conosciuti in tutto il mondo per essere dei buongustai. Spesso trasaliamo di fronte a un piatto crucco o americano, in particolare per la loro esagerazione. Per questo motivo fatichiamo a digerire le drag race, gare di semplice accelerazione, in cui corrono mezzi da migliaia di cv, più inquinanti di un treno a carbone. Tuttavia, superate le apparenze, si scopre un mondo pieno di passione e di tecnica.
OBIETTIVI Cominciamo con il descrivere la gara. Si corre su un rettilineo, nessun tipo di curva. E la cosa è molto semplice: semaforo rosso, motore a manetta. Al verde si parte, chi arriva per primo a tagliare il traguardo del famoso quarto di miglio (400 metri e rotti) vince. Facile? Certo, ma come avrete potuto ammirare nel video, le accelerazioni sono talmente intense che, per correre una gara del genere, serve una foresta di quel pelo che cresce solo sullo stomaco.
MOTORINO Ovviamente esiste un regolamento per far gareggiare macchine dello stesso tipo e potenza. Non esistono infatti solamente i lunghi e affusolati Top Fuel, ma anche categorie inferiori (relativamente parlando, s’intende…). Tuttavia i Top Fuel sono i più interessanti da analizzare, essendo la massima espressione del concetto di accelerazione. Partiamo dalla meccanica utilizzata da questi bolidi: il motore è, molto alla lontana, un Hemi “Engine Elephant”, in produzione dal 1964 al 1971. Nonostante di serie non sia rimasto praticamente nulla, mantiene la configurazione di base con due sole valvole per cilindro, un solo albero a camme e bilanceri. V8, oltre 8.000 cc di cilindrata, sovralimentato con compressore del tipo Roots (volumetrico). Il turbo? Non si usa per problemi di layout, e principalmente perché…i Top Fuel non hanno nessun tipo di tubo, scaricano direttamente in atmosfera. Nemmeno il sistema di raffreddamento è previsto per questi bolidi, ci pensa la miscela.
MI FA IL PIENO? Il carburante appunto. Come avrete immaginato, i Top Fuel non utilizzano normale benzina, ma sono alimentati con una miscela di nitrometano e metanolo. Questo ha un potere calorifico inferiore alla normale benzina, ma permette di avere temperature dell’aria più basse e quindi generare più potenza. Tanto per la cronaca, in Italia il prezzo del nitrometano si attesta sui 18 euro/litro. Ed è facile intuire come il V8 Hemi non sia propriamente il motore più parsimonioso della terra.
DIAMO I NUMERI I numeri che nascono da questo cocktail sono incredibili, a partire dalle prestazioni. Un Top Fuel è in grado di accelerare da 0 a 160 km/h in soli 0,7 secondi (un battito di ciglia) e può superare i 450 km/h nei primi 200 metri di distanza. Spaventati? Continuate a leggere: arrivano a chiudere il famoso quarto di miglio in appena 4 secondi e qualche decimo, con una velocità di punta parecchio superiore a 500 km/h. Se la matematica non è un’opinione, questo significa che il pilota è sottoposto a un’accelerazione media superiore ai 4G. Tanto per fare un paragone: se una Suzuki Hayabusa passasse a oltre 300 km/h accanto a un Top Fuel fermo, e quest’ultimo partisse in simultanea, arriverebbe comunque primo al traguardo del quarto di miglio. L'aggettivo impressionante non descrive abbastanza cosa sono in grado di fare...
BREVE MA INTENSO Prestazioni del genere si pagano e anche caro. I Top Fuel infatti soffrono di eiaculazione precoce, perché dopo ogni sparata le candele sono totalmente consumate, l’albero motore è talmente piegato da sembrare un arco per tirare le frecce e sono stati consumati dai 20 ai 25 litri di nitrometano (circa 6 litri/secondo). Ci sono anche altri dati interessanti: il compressore fornisce una sovrapressione di circa 4 bar, e per farlo necessita la potenza di una BMW M3 (attorno ai 400 cv). In ogni candela del motore scorrono circa 45 ampere, che per intenderci è un valore da saldatrice. La potenza del motore è tra gli 8.500 e i 10.000 cv, con una coppia che nell’ordine degli 8.500 Nm. Scaricando direttamente in aria, il rumore emesso è notevole: si arriva a picchi di 170 dB, e in questi momenti i gas di scarico generano una spinta non indifferente che, oltre a contribuire alla spinta, rischiano di danneggiare i timpani di chi guarda. Facendo due conti se il Team lavora gratis, non si rompe niente e il dragster è regalato, si spendono oltre 1.000 dollari al secondo. Alla faccia del ecologia!