Sono la locomotiva del mercato e, per l'automobilista medio, sempre più oggetto del desiderio. I suv compatti tirano e si moltiplicano. Un affare? Scoprilo con le nostre prove
Spazi piccoli e manie di grandezza. E il piacere di guidare in alto, sicuri, senza passare inosservati come su una monovolume qualsiasi. Il 4x4? Non è espressamente richiesto perché il fuoristrada non è previsto ma se c’è tanto, di guadagnato. L’importante è poter guardare dall’alto al basso le berline e sentirsi alla moda…
I suv compatti – o crossover, che dir si voglia - stanno spopolando: trainano le (magre) vendite e invadono le strade. In questa prima tranche di 2013 ne sono arrivati tanti (Mokka, Trax, 2008, 500L Trekking) e ad ogni Salone ne spunta qualcuno nuovo. L’ondata di piena continuerà dopo Francoforte (con Ford EcoSport, Suzuki S-Cross e Mercedes GLA, tanto per fare nomi) e lungi dall’essere in fase calante. Che piaccia oppure no.
A patire quest’exploit sono soprattutto le station wagon, causa errata equazione (e convinzione): carrozzeria più grande uguale auto più spaziosa. Nossignore, provare per credere (e noi lo abbiamo fatto). Detto questo, di solito l’amore per un suv compatto sboccia bypassando la fredda razionalità. Alcuni sono molto attraenti perché condensano in piccole dimensioni proporzioni armoniose e linee sportive. Altri, più semplicemente, sono il massimo che può permettersi – di questi tempi – chi ambisce a un suv.
Il resto lo fa la moda. O, se preferite, il conformismo, l’omologazione, che fanno dei suv compatti i protagonisti del nostro tempo. Dagli antesignani agli ultimi arrivati (in senso cronologico, è ovvio) ce n’è di tutti i tipi: low-cost e premium, sportivi o “in borghese”, più pratici e più stravaganti. Gusti e stili diversi, una sola taglia. Perché (più o meno) piccolo è bello e soprattutto fa tendenza. Ma conviene sempre? Scopritelo leggendo le nostre prove, raccolte per voi in questo pratico speciale agostano.