E' lei che ha dato origine alla nobile stirpe. I cavalli erano solo 360 ma la 996 GT3 non aveva nè il controllo di trazione nè quello di stabilità.
MAGIE So già cosa state pensando. Vi starete chiedendo quale sia stata la ragione che mi ha spinto a guidare la 911 GT3 anagraficamente (ed esteticamente) più vecchia del gruppetto. Senilità che avanza o masochismo? Ignoranza o inconsapevolezza? Nulla di tutto ciò. Il motivo è chiaro e semplice, come una bandiera a scacchi: la magia. Quella sottile ma percepibile sensazione che tutto giri bene, la giusta dose di forza necessaria per azionare i comandi, il sound... Tutto, in ogni 911, sembra accordato dal miglior direttore d'orchestra.Oggi come una quindicina d'anni fa, quando debuttò la 996 GT3.
LIVELLO ZERO L'altra ragione, ancora squisitamente personale, è il fatto che la Porsche 996 GT3 non può contare su nessun aiuto offerto dall'elettronica: il PSM (l'ESP della Porsche), pur disponibile sulle sorelle meno potenti, qui è stato eliminato. Semplicemente perché avrebbe aggiunto peso inutile su un'auto concepita espressamente per il circuito, per competere nella categoria GT3, appunto. Per guidarla come si deve, insomma, c'è da imparare. Umilmente, se serve, dandole del lei.
360 PER GRADIRE Anche perché, se è vero che il 6 cilindri boxer perde il raffreddamento ad aria per abbracciare (ahi ahi!) quello a liquido, ci sono pur sempre 360 cv pronti a scalpitare sulle ruote posteriori. Erogati con tutta la furia di un aspirato pensato per andar forte, che può spingere volentieri fino a 7.200 giri. Con un impianto di scarico modellato ad hoc per la prestazione pura e per far sanguinare di piacere le orecchie di pilota e passeggeri. Un urlo rauco e secco, da fumatore accanito. La magia è anche questo.
SENZA FILTRO Sì, certo, nulla a che vedere con la spinta dei 475 cv dell'ultima, straripante, 991 GT3. Bisogna però considerare che, rispetto alla 996, la giovincella è cresciuta, sia nelle misure sia nel peso (+100 kg circa). La mia GT3 scatta comunque da 0 a 100 km/h in 4,8 secondi e raggiunge i 302 km/h di punta. Inoltre, il lavoro di affinamento sul peso (1.400 kg) ha portato sedili con guscio in kevlar e l'eliminazione degli strapuntini posteriori, per un totale di 27 kg risparmiati. Ma soprattutto, zero filtri tra voi e la strada.
CHE STORIAL'abitacolo è stretto, qualcosa scricchiola. Trovo la posizione ideale in un attimo: anche questa è magia. Per la frizione servirebbe il polpaccio dell'Hulk Hogan dei tempi migliori. Ne sono sprovvisto ma, per riuscire a guidarla, sono anche disposto a mettermi in malattia nei prossimi 2 mesi. Il boxer fa un suono indescrivibile, anche al minimo. In movimento, alle basse velocità, sembra una 996 qualsiasi. Poi, quando alzi la posta in gioco, capisci perché la stirpe della GT3 è così speciale.Lo sterzo ha il giusto carico, la giusta demoltiplicazione, la giusta precisione. Non vorresti nulla di più. Il cambio è un filo recalcitrante ma fa parte del gioco. Ma almeno è manuale, opzione sempre più rara. Il boxer appare straripante, esagerato, soprattutto nell'alto dei regimi. E' un'auto da corsa fatta e finita, ti racconta per filo e per segno cosa succede dall'inizio alla fine della curva, se sei capace di ascoltarla. Per andare forte hai bisogno di tanto allenamento. E zero errori, altrimenti c'è la ghiaia pronta ad accoglierti.
OCCHIO AL PREZZO Come le sorelle della sua annata, anche la GT3 ha uno dei look meno riusciti della storia delle 911, bisogna riconoscerlo: saranno quei fari anteriori a goccia, quell'alettone biplano o quelle vistose minigonne, fatto sta che la purezza di linee delle 997 e 991 è altra cosa. Lo stesso dicasi per le finiture interne, più spartane rispetto alla produzione recente. Tuttavia, vi interesserà sapere che per una 996 GT3 dovrete sborsare dai circa 52.000 ai circa 70.000 euro per gli esemplari più recenti e meglio tenuti. La metà, più o meno, rispetto alla cifra da versare al concessionario per l'ultima GT3. Senza contare il fatto che, grazie ai soli 360 cv della 996, potrete divertirvi anche andando più piano, perfino su strada. E poi, quando fra pochi anni diventerà storica, vi ritroverete un tesoretto in garage.
Fotografie di Andrea Schiavina e Christoph Cirillo